Francesco Motta e Nu Bohemien live a Zone K
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da: Associazione Zone K
Giovedì 19 maggio al Circolo Arci Zone K di Malborghetto Di Boara, arriva Francesco Motta, un’autentica rivelazione nel panorama musicale italiano.
“La fine dei vent’anni” è il primo disco di Motta, una delle anime (e la penna) che ha vergato le parole con cui i Criminal Jokers, in due dischi, hanno espresso in maniera elettrica e vitale l’urgenza dei propri vent’anni. Motta è un polistrumentista prezioso che ha prestato negli anni la propria capacità a Nada, Pan Del Diavolo, Zen Circus, Giovanni Truppi.
“La fine dei vent’anni” è la scoperta dell’età adulta. Il racconto della crescita umana e musicale di uno dei più talentuosi artisti italiani.
Il disco, prodotto da Riccardo Sinigallia, comprende dieci brani inediti.
Nel disco suonano, oltre a Motta (chitarra, basso, batteria, tastiere) Cesare Petulicchio (BSBE – Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale e mille altri), Laura Arzilli, Lello Arzilli, Andrea Pesce, una leggenda come Giorgio Canali, Maurizio Loffredo, Guglielmo Ridolfo Gagliano (Paolo Benvegnù, Negrita) e Alessandro Alosi (Pan del diavolo).
Ad aprirel la serata saranno i Nu Bohemien, un’altra band davvero interessante.
“La nostra piccola guerra quotidiana” è il nuovo album della band veneta a quattro anni di distanza dal fortunato esordio “La consuetudine del sentito dire”. Il disco, registrato mixato e prodotto da Fed Nance (Federico Cavallini), già al lavoro con la band nel primo disco, sì è avvalso della collaborazione di Giovanni Ferliga (Aucan) che ha curato il mastering e di quella di Luca Romagnoli e Marco Di Nardo del “Management Del Dolore Post-Operatorio” che hanno contribuito alla scrittura e alla registrazione dei brani dell’album. “La nostra piccola guerra quotidiana” è un disco che segna un decisa evoluzione nel sound della band e il superamento quel sound elettro acustico che lo caratterizzava, aprendo la strada verso nuove sonorità elettriche ed elettroniche che nuotano in un mare di reverberi ed echi a nastro: tappeti di organi e sintetizzatori alla Gary Numan che si intervallano a chitarre che si ispirano a The Dandy Warhols o The Brain Jonestown Massacre. Un secondo disco più intimo e malinconico, ma che non manca, a più riprese, di toccare in maniera sofisticata temi sociali. Una scrittura, quindi, che evolve e si rinnova ma che rivela un impegno sociale a cui i Nu Bohemien non hanno ancora una volta voluto rinunciare.
Apertura del Circolo alle ore 20, inizio concerto ore 22 circa. L’ingresso sarà riservato ai Soci Arci. Per informazioni il numero è il 346.0876998. Per prenotare i biglietti

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Arci Ferrara
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani