Fotoblò, il workshop per tornare agli albori della fotografia
Tempo di lettura: 2 minuti
da: Consorzio “Wunderkammer”
Un weekend per disegnare con la luce grazie alla macchina stenopeica, a cura di Basso Profilo.
Fotoblò, un workshop per recuperare la dimensione riflessiva e artigianale della fotografia. Nella primavera 2016, all’interno del progetto “Commons: beni comuni e pratiche di condivisione”, l’associazione Basso Profilo propone ai fotografi e agli aspiranti fotografi ferraresi un percorso formativo decisamente inusuale, a ritroso nel tempo e nella tecnica.
Per realizzare una macchina fotografia stenopeica basta praticare un piccolo foro in una scatola a tenuta di luce: questo è il primo tipo di fotografia che l’uomo ha conosciuto, una pratica agli antipodi della moderna tecnica digitale. La costruzione dell’apparecchio, la scelta del formato, i tempi lunghi di esposizione, lo scatto e infine lo sviluppo: ogni passaggio è un vincolo che costringe a una più attenta considerazione dell’atto fotografico, perché è necessario prendersi il tempo necessario per decidere cosa e come inquadrare, e poi aspettare che altro tempo passi e che la luce, attraverso il forellino, crei l’immagine, che si potrà scoprire solo nella camera oscura.
Fotoblò si propone di ricreare questo tipo di fotografia, e sarà articolato in due giornate in cui i partecipanti realizzeranno ognuno la propria scatola con foro stenopeico, meglio conosciuto come pinhole. Il workshop si terrà a Wunderkammer, in via Darsena 57° a Ferrara, e sarà curato da Nicoletta Ciunci, fotografa di still life, da sempre appassionata di fotografia analogica.
«Grazie alla scatola stenopeica ho trovato un nuovo modo di approcciarmi a quest’arte ma anche in genere a ciò che sto guardando – spiega Nicoletta -. Andando in controtendenza rispetto ai nostri tempi, si torna agli albori della fotografia e si comprende meglio cosa significa disegnare con la luce».
Sabato 16 aprile, dalle 10 alle 13, dopo una prima fase introduttiva sulla storia della fotografia si esaminare più in dettaglio la camera stenopeica: che cos’è e come funziona. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 18, si passerà alla pratica utilizzando delle semplici scatole, scoprendo come qualsiasi contenitore si può riutilizzare e adattare a questo scopo, e come proprio a seconda della sua forma e del suo materiale si potranno ottenere effetti diversi. Si uscirà poi per mettere i propri manufatti alla prova, e al termine di ogni sessione fotografica si tonerà in sede per sviluppare in camera oscura.
Domenica 17 aprile, dalle 10 alle 13, proseguiranno le uscite. Nel pomeriggio, dalle 14 alle 18, si concluderà il lavoro in camera oscura e verranno analizzati gli scatti ottenuti. La curatrice risponderà alle domande e alle curiosità nate durante il workshop.
“Commons: beni comuni e pratiche di condivisione” fa parte del programma di ricerca “Rigenerazione urbana”, avviato da Basso Profilo nel 2010, con il patrocinio del Comune di Ferrara.
Per informazioni e iscrizioni scrivere a nicolettaciunci@gmail.com oppure telefonare al numero 3440499630.

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani