da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Per il periodo 2014-2020 risorse a disposizione pari a 786 milioni di euro. Nei sette anni precedenti 2007-2013 in Emilia-Romagna le risorse sono state utilizzate al 109,62%. L’assessore Bianchi: “Dal 2007 al 2013 quasi 300 mila persone coinvolte nelle attività, lo sviluppo passa necessariamente dall’aumento delle competenze”.
Un bilancio dei risultati conseguiti dalla Regione Emilia-Romagna con la programmazione del Fondo sociale europeo 2007-2013 e la presentazione degli strumenti e dei primi interventi del Programma operativo regionale Fse 2014-2020, che con 786 milioni di euro (di cui 275,2 proveniente dallo Stato e 117,9 dal bilancio regionale) consente di investire sulle competenze delle persone e sulla competitività del territori per realizzare in Emilia-Romagna – in integrazione e complementarietà con gli altri fondi europei – la strategia di Europa 2020, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Sono questi i temi affrontati, oggi a Bologna dal Comitato di Sorveglianza del Programma operativo regionale del Fse (Por-Fse 2007-2013 e Por-Fse 2014-2020) l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma operativo regionale, presieduto dall’assessore Patrizio Bianchi e composto da Angela Guarino della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione Europea, Giulia Platone, Monica Lippolis e Pietro Tagliatesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Angela Sorce del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
“Il Fondo Sociale Europeo si occupa delle persone, perché lo sviluppo passa necessariamente dall’aumento delle competenze – ha detto l’assessore Bianchi – Nella programmazione 2007-2013 sono quasi 300 mila le persone coinvolte dalle attività, con un utilizzo delle risorse che arriva al 109,62%. E abbiamo già messo in campo una serie di approvazioni che ci consentono quest’anno di avviare la programmazione 2014-2020”.
“La Regione Emilia-Romagna è promossa a pieni voti, rappresenta un’eccellenza nel nostro Paese – ha spiegato Monica Lippolis del Ministero del Lavoro – Come sempre ha presentato ottime performance e ha rispettato le tempistiche. Inoltre gli interventi sono ben strutturati e coerenti con gli indirizzi comunitari, e molto validi anche per quanto riguarda la rispondenza ai fabbisogni territoriali, sia per le persone che per il territorio e la competitività”. Un giudizio molto positivo sull’operato dell’Emilia-Romagna è stato espresso da Angela Guarino della Commissione europea, che ha invitato la Regione ad esplorare anche gli strumenti dell’ingegneria finanziaria e a sperimentare forme di intervento per l’emergenza dell’immigrazione.
Programma operativo regionale Fse 2014-2020
Il Programma Fse 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna è stato il primo adottato in Italia. Dal 12 dicembre 2014 – data in cui la Commissione ha comunicato l’adozione formale del documento – la Regione ha già approvato le procedure di attuazione relative a tutti gli obiettivi tematici, investendo i primi 50 milioni di euro per il finanziamento di opportunità per l’occupazione e il reinserimento delle persone a rischio di esclusione (40 milioni di euro), per l’inclusione socio lavorativa delle persone in esecuzione penale (1,5 milioni di euro) e per il rafforzamento e l’innovazione delle competente tecniche e tecnologiche delle persone e delle imprese (Rete Politecnica – Percorsi ITS e IFTS 9 milioni di euro).
La Regione Emilia-Romagna intende affrontare la nuova programmazione continuando a svolgere un ruolo di primo piano in Italia e in Europa rispetto alla gestione dei fondi comunitari e cogliendo le sfide che l’integrazione europea e i sette anni di crisi che abbiamo attraversato pongono alla società regionale. La strategia di programmazione del Fse è stata delineata, attraverso un percorso di confronto con istituzioni e parti sociali del territorio, a partire dal sistema “ER Educazione Ricerca Emilia-Romagna”, l’infrastruttura formativa regionale che risponde a due obiettivi prioritari: garantire a tutti i cittadini pari diritti di acquisire conoscenze e competenze ampie e innovative e di crescere e lavorare esprimendo al meglio potenzialità, intelligenza, creatività e talento per generare condizioni di più stretta relazione fra offerta formativa e fabbisogni di crescita e qualificazione del capitale umano.
A partire da tale disegno unitario l’Emilia-Romagna intende agire su più fronti per qualificare il sistema formativo regionale in tutti i suoi segmenti – aumentando il numero dei giovani in possesso almeno di una qualifica professionale e delle persone in possesso di un titolo universitario o equivalente – e rafforzare l’interazione tra sistema educativo-formativo e imprese, affrontare l’emergenza occupazionale con misure per il riposizionamento delle imprese in crisi e il rafforzamento delle competenze dei lavoratori, rispondere ai fabbisogni di conoscenze necessarie all’innovazione e all’internazionalizzazione, aprire il sistema educativo e formativo a una dimensione internazionale, promuovere la formazione e il lavoro come mezzo per contrastare marginalità ed esclusione sociale e qualificare i servizi per l’impiego.
Tre gli obiettivi tematici in cui si articola il nuovo programma: occupazione (promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori – risorse: 490.620.110 di euro – 62,4% delle risorse complessive), inclusione sociale e lotta contro la povertà (promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione – risorse: 157.250.038 euro – 20% delle risorse complessive),istruzione e formazione (investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente- risorse: 108.502.524 euro – 13,8% delle risorse complessive).
Per massimizzare le ricadute degli interventi realizzati con i fondi europei sul territorio, la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, in coerenza con le raccomandazioni della Commissione europea – ha scelto per il 2014-2020 di rafforzare la propria capacità di programmare in modo convergente le risorse del Fse e degli altri fondi di cui è Autorità di Gestione (Fesr fondo europeo di sviluppo regionale e Fears fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) attraverso una nuova generazione di politiche pubbliche integrate. Con questo obiettivo, oltre ad assegnare all’assessore Bianchi il coordinamento delle politiche europee per lo sviluppo e a dotarsi di una struttura di coordinamento e controllo per il presidio unitario dei Fondi europei regionali, la Regione ha avviato con tutte le componenti della società regionale un confronto per la sottoscrizione di un Patto per il lavoro. Un percorso per condividere le linee di azione con cui ognuno si impegna a contribuire al rilancio dell’occupazione nella nostra regione per generare un nuovo sviluppo e una nuova coesione sociale.
Nel corso del Comitato, come previsto dai regolamenti comunitari, sono stati anche esaminati gli strumenti necessari all’attuazione della programmazione e, in particolare, la Strategia di comunicazione del PO 2014-2020 e il Piano di comunicazione annuale, e i criteri che l’autorità di gestione del Po utilizzerà per la selezione delle operazioni, garantendo il rispetto dei principi di parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e mutuo riconoscimento.
Programma operativo regionale Fse 2007-2013
Il Comitato di Sorveglianza ha esaminato e approvato i dati di attuazione del Programma Operativo 2007/2013 che dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2015.
Sono 294.659 le persone che hanno partecipato ad una delle 28.497 operazioni finanziate e concluse. Una programmazione complessiva di 847.204.199 con un dato di impegno pari al 109,62% (928.721.168,68), un dato relativo al pagato dalla Regione ai soggetti attuatori pari al 93,10% (788.742.919,38) e certificato pari al’80,6%.
Come ogni anno, il Comitato si è soffermato sull’attuazione dell’anno precedente. Il 2014 ha rappresentato un anno di passaggio tra le due programmazioni comunitarie che ha impegnato la Regione da un lato a garantire la piena attuazione della programmazione 2007-2013 e dall’altro a definire la strategia e il Programma Operativo 2014-2020.
Il ritardo nell’approvazione dei Programmi Operativi italiani per l’Emilia-Romagna, che a fine 2013 evidenziava già un livello di impegno delle risorse 2007/2013 pari al 107,1%, ha costituito una forte criticità. In questa fase di “transizione” complessa, lo sforzo della Regione è stato rivolto a dare continuità alle politiche formative e per il lavoro, integrando risorse nazionali e regionali, risorse ancora disponibili a valere sul FSE e risorse comunitarie dell’Iniziativa Europea per l’occupazione dei Giovani.
In particolare, il piano di attuazione regionale Garanzia Giovani ha permesso ai giovani di rientrare nei sistemi educativi e formativi per il conseguimento di una qualifica professionale regionale. L’offerta di percorsi di formazione e istruzione tecnica della Rete Politecnica è stata finanziata attraverso risorse regionali e nazionali. Grazie a risorse nazionali provenienti dalla legge 53/2000, è stata sperimentata una procedura di chiamata per rendere disponibili interventi rivolti alle imprese del sistema della meccanica e meccatronica e delle industrie culturali e creative. Le opportunità e i servizi per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità sono state garantite dalle programmazioni provinciali e grazie alle risorse del Fondo Regionale dedicato. Parallelamente è stata garantita un’offerta di misure formative e di politica attiva del lavoro, cofinanziate Fse, approvate a fine 2013 e realizzate anche nel corso del 2014.
L’integrazione e complementarietà tra risorse e opportunità – a fondamento delle politiche regionali per l’istruzione, la formazione e il lavoro e dell’infrastruttura educativa e formativa regionale ER Educazione e Ricerca Emilia-Romagna – ha permesso di garantire a persone e imprese l’accesso a interventi per la formazione e il lavoro coerenti con aspettative e fabbisogni e con quanto definito nel Programma Operativo Fse 2007-2013 e capaci di sperimentare importanti elementi di innovazione propri della nuova programmazione comunitaria.
Garanzia Giovani
I giovani, le loro aspettative e le loro competenze per l’Emilia-Romagna devono tornare a essere un fattore di crescita e di dinamismo sociale ed economico del nostro territorio. Il contrasto alla disoccupazione dei giovani, mettendo in campo ogni intervento utile a creare nuove opportunità di lavoro e a promuovere la nascita di nuova impresa è una priorità dell’azione di governo regionale. Il 2014 è stato anche l’anno in cui la Regione, in qualità di Organismo Intermedio del Programma nazionale Garanzia per i Giovani, ha definito e dato avvio al Piano di attuazione regionale per rendere disponibili misure e azioni rivolte ai giovani Neet.
Avviato il 1 maggio 2014, il programma ha intercettato 47.361 ragazzi e ragazze (di cui 32.301 residenti in E-R) di cui 39.154 in possesso dei requisiti e interessati a partecipare ad una delle misure offerte dal Programma nel nostro territorio.
I dati di attuazione del programma (rilevati in data 29/05/2015) presentati al Comitato di Sorveglianza sono:
– 24.789 percorsi di orientamento di base
– 18.035 percorsi di orientamento specialistico
– 4.261 percorsi di reinserimento in un percorso formativo
– 14 incentivi per assunzioni in apprendistato per la qualifica
– 7 incentivi per assunzioni in apprendistato di alta formazione e ricerca
– 1.292 contratti incentivati di apprendistato professionalizzante
– 4.220 tirocini
– 160 percorsi di servizio civile
– 174 percorsi di accompagnamento all’avvio di un’attività autonoma.
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