Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Carlo Lucarelli è il nuovo presidente
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Da Regione Emilia Romagna
Dal 2005 aiutate 561 persone (la metà minori), erogati oltre 2 milioni di euro. Tra le dieci istanze già presentate nel 2017, quelle per Gessica Notaro, sfregiata con l’acido, ed Emmanuel Nnumani, richiedente asilo aggredito e investito
Eletto dall’Assemblea dei soci, succede a Sergio Zavoli, alla guida dell’ente dalla sua istituzione. Omicidi, perlopiù femminicidi, violenze sessuali, e rapine particolarmente efferate fra i reati a seguito dei quali i sindaci chiedono l’attivazione della Fondazione. Lucarelli: “Per me un onore, fondamentale l’attenzione alle vittime”. Bonaccini: “Grazie a Zavoli, grato a Lucarelli. Vogliamo che la Fondazione sia sempre di più uno strumento di sostegno per chi ha subito reati”
Bologna – Carlo Lucarelli, scrittore, regista, sceneggiatore, conduttore televisivo e giornalista, è il nuovo presidente della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. L’ha nominato l’assemblea dei soci, riunitasi questa mattina. Succede a Sergio Zavoli, che ha presieduto questo ente dalla sua istituzione (ottobre 2004) a oggi. Una realtà unica nel suo genere in Italia, che in oltre dieci anni di attività ha accolto 281 istanze, aiutato 561 persone ed erogato oltre 2 milioni di euro.
Dopo l’assemblea dei soci, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Carlo Lucarelli hanno incontrato i giornalisti, nel corso di una conferenza stampa; erano presenti il capo di gabinetto della Giunta, Andrea Orlando, e i rappresentanti degli enti soci della Fondazione.
“Desidero ringraziare Sergio Zavoli per il ruolo che ha ricoperto in questi anni, per il lavoro che ha svolto e il prezioso aiuto che ha dato alla Fondazione- ha sottolineato Bonaccini-. E sono altrettanto grato a Carlo Lucarelli, che ha accettato con entusiasmo questo incarico. La sua storia, il suo impegno civile e sociale, ci consentiranno di rafforzare e rilanciare questa istituzione, unica nel Paese. Come Regione, aumenteremo le risorse a disposizione della Fondazione per l’anno prossimo: vogliamo che sia sempre più uno strumento di sostegno vero, sia morale sia economico, un’opportunità concreta per chi ha subito reati particolarmente efferati”.
“Per me è un grande onore far parte della Fondazione e succedere a Sergio Zavoli, maestro assoluto di giornalismo e narrazione civile- ha sottolineato il neo presidente, Carlo Lucarelli-. Come tutti gli scrittori di gialli, nei miei romanzi mi sono occupato sempre di più dell’assassino; in realtà l’attenzione alle vittime è fondamentale, anche perché tra di loro non c’è unicamente chi ha subito, ma anche i figli, gli altri familiari, gli amici. Per tutte queste persone, i problemi iniziano dopo che si è consumato l’evento criminale: noi narratori prima lo raccontiamo, però poi la vita continua, tra tante difficoltà. Ed è qui che arriva la Fondazione, pronta ad aiutare e sostenere”.
Per il 2017 sono già dieci le istanze di aiuto formali presentate alla Fondazione, tra cui due dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi: una, già accolta (con atto – in attesa di ratifica – che ha disposto 10mila euro) per Gessica Notaro, la giovane sfregiata con l’acido il 10 gennaio scorso, episodio per il quale è a processo l’ex compagno; l’altra per Emmanuel Nnumani, il richiedente asilo nigeriano aggredito a coltellate e poi travolto dall’auto il 22 marzo a Marina Centro da una persona affetta da gravi problemi psichici.
I reati, le vittime e il ruolo della Fondazione
Omicidi, perlopiù femminicidi, violenze sessuali, rapine particolarmente efferate. Dopo la notizia che si impone, per qualche giorno, sulle pagine dei giornali; dopo lo sforzo della denuncia per reati che alle cronache neppure arrivano (o arrivano molto tempo dopo), come le violenze in famiglia o gli abusi sui bambini. Quando i riflettori si spengono, chi ha subito direttamente, e molto spesso anche i familiari, si trova ad affrontare svariate necessità: l’affitto o il mutuo per una nuova abitazione per fuggire dallo stalker, gli studi, le cure mediche, o psicoterapeutiche. È qui che entra in scena la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, istituita dalla Regione con l’appoggio dei Comuni capoluogo e delle Province (oggi non più socie in seguito al riordino degli enti locali). “Allertata” dal sindaco del luogo dove il fatto è accaduto, o del Comune dove risiede la persona offesa, la Fondazione stabilisce in tempi brevi l’ammissibilità delle istanze (si può ricorrere soltanto per reati di estrema gravità) e assegna un contributo in denaro che rende possibili interventi mirati.
Il bilancio, dal 2005 a oggi aiutate 561 persone
I fondi spesi dal 2005 (anno in cui la Fondazione inizia a tutti gli effetti la propria attività) a oggi superano i 2 milioni di euro; 281 le istanze accolte, circa 30 ogni anno, 364 le persone che hanno ricevuto un aiuto come “vittime dirette”, di cui 247 di sesso femminile e 117 di sesso maschile; sul totale, si è trattato di 264 adulti e 100 minori. Ci sono anche persone che sono state aiutate indirettamente: ad esempio, un contributo per una donna maltrattata con due bambini vede lei come titolare, ma le persone aiutate in tutto sono tre, la donna e i due figli. Dunque, considerando aiuti diretti e indiretti, la Fondazione in totale ha soccorso 561 persone (264 adulti e 297 minori).
Il 2016 anno di svolta: i fondi dalla Regione
Rispetto al quinquennio precedente, lo scorso anno ha visto una contrazione delle risorse annue disponibili. Problema che è stato superato quando, in sede di assestamento di bilancio, la Regione ha scelto di consolidare il proprio impegno a favore della Fondazione colmando – con risorse proprie – il vuoto lasciato dalle Province, uscite dalla compagine societaria: sono stati stanziati complessivamente 140mila euro (agli ordinari 90mila, se ne sono aggiunti in assestamento altri 50mila). La Regione ha indicato inoltre questo ente fra gli strumenti inseriti in importanti atti normativi e di programmazione, dal Testo unico sulla legalità al Piano regionale contro la violenza di genere. Si è lavorato parallelamente per reperire nuove risorse: i Comuni non capoluogo o le loro Unioni, che spesso beneficiano di aiuti per i loro cittadini, possono farsi avanti come soci aderenti, e Novi di Modena e Sassuolo, sempre nel 2016, hanno risposto positivamente. Imola ha confermato la sua adesione (avvenuta nel 2015). Per la prima volta, lo scorso anno, ci sono stati interventi nelle scuole e con i cittadini attraverso il teatro, seminari pubblici anche in ambito universitario. Grande l’interesse dal nascente coordinamento italiano dei centri di victim support, dove la Fondazione è una realtà unica.
Con Lucarelli, definiti i vertici della Fondazione
Oltre al nuovo presidente, Carlo Lucarelli, l’assemblea dei soci ha indicato i vertici della Fondazione: vice presidente è Cosimo Braccesi (già dirigente della Regione Emilia-Romagna, dove ha operato dal 1994 al 2007 avviando il progetto “Città sicure”), i due garanti sono Fulvio Della Rocca (nominato nel 2014 dal Consiglio dei Ministri vice direttore generale della Polizia di Stato e direttore centrale della Polizia Criminale) e Giuseppina Vio Gilardi (giudice onorario, dal 2008 al 2016, presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna). Come revisore dei conti è stato confermato Enzo Giannoni.
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