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Fino al 10 aprile: poesie, alberi e vento.
L’equinozio di pace del Collettivo Ultimo Rosso

Articolo pubblicato il 23 Marzo 2022, Scritto da Redazione di Periscopio

Tempo di lettura: 3 minuti


 

Domenica 20 marzo, parco del Montagnone. Sono arrivati i primi camion smisurati, e già cominciano a montare giostre mostruose per dare altezza, brividi e nostalgia per la festa di San Giorgio. Come tutti gli anni, sarà il brucomela ad aprire per primo.
In questo 2022 l’equinozio è arrivato con 24 ore di anticipo, e il primo giorno di primavera si presenta in gran spolvero: sole tiepido, cielo azzurrissimo e un vento fatto apposta per far volare gli aquiloni.

Qui, nel parco che accompagna le Mura di Ferrara, invece degli aquiloni, appese con uno spago ai rami degli alberi, sventolano una cinquantina di poesie “contro ogni guerra”. Il vento gira i fogli, le poesie si alzano, si abbassano, scappano, ritornano. I passanti, i ciclisti, le famiglie con bambini al seguito, i ragazzini si avvicinano a quel piccolo spettacolo. Molti catturano con una mano i fogli ballerini per leggere le poesie. Anche i corridori e i camminatori seriali, impegnati nel giro domenicale sulle Mura, si fermano qualche minuto per leggere cosa c’è scritto.

La gente continua ad arrivare, l’iniziativa piace, interessa, diverte. Forse anche per la sua assoluta semplicità, il suo carattere spontaneo e improvviso.
Intanto, tra prato ed “alberi parlanti”, comincia il reading di poesia del Collettivo Poetico Ultimo Rosso. Sono una ventina, forse di più, le poete e i poeti che si alternano alla lettura, unico corredo scenografico: un nastrino rosso al polso, un leggio nero e un mini-aplificatore rosso portatile. Molti sono di Ferrara città e provincia, ma alcuni sono arrivati da Padova, da Imola, dal Modenese, dalla Brianza. Leggono le loro poesie per la pace e le poesie dei grandi poeti: Saffo, Prevert, Pasolini, Szymborska, Quasimodo, Brecht, Rodari, Lennon…

Gli alberi della poesia al Parco del Montagnone continueranno per alcune settimane a chiedere la pace: pregheranno al vento come bandierine tibetane di fermare tutte le guerre, in Ucraina e in tutto il mondo. Le 44 poesie appese a un filo resteranno a sventolare fino al 10 aprile.

Per info e per aderire al Collettivo Poetico Ultimo Rosso scrivere a: lultimorosso.ferrara@gmail.com
Visitate  la pagina Facebook [Qui]

Le foto, compresa quella di copertina, sono di Valerio Pazzi.

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Redazione di Periscopio



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani