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Finanza Pubblica e Tassazione locale in Emilia Romagna.

Tempo di lettura: 2 minuti

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

«Non si può più parlare di crisi come se fosse una fase passeggera. Siamo in una situazione ormai strutturata che impone un cambio di passo a tutti. Oggi non si può più affermare ‘spendo tanto ma spendo bene’. Il must deve essere ‘fare di più con meno risorse’. L’artigianato, anche coi fatti di Roma Capitale, ha rivelato che il ‘piccolo’ non è debole, ma è trasparente. E che il ‘grande’ rischia di esserlo troppo e sul grande si rischia di perdere il controllo». Così Giuseppe Vancini ha sintetizzato ieri, in conferenza stampa, il senso della tavola rotonda in programma domani, alle 10, alla Sala Zarri della Confartigianato, su Finanza pubblica e tassazione locale in Emilia Romagna. Moderata da Dalia Bighinati e sulla base di dati illustrati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi Confartigianato Imprese, vedrà la partecipazione di Luca Antonini, «già presidente della commissione federalismo e di fatto inventore dei costi standard» e Leonzio Rizzo, docente di Economia e Politiche Pubbliche dell’Ateneo estense, che entrerà nel dettaglio del territorio. «L’obiettivo – ha puntualizzato il Presidente, Guido Montanari – è verificare, nero su bianco, se e quali sono gli sprechi da debellare e in quali ambiti si può ancora intervenire». La documentazione, come ha anticipato Vancini, sarà messa a disposizione delle amministrazioni che vorranno consultarla «affinché diventi spunto di riflessione, soprattutto alla luce del ruolo che avranno le Regioni col superamento delle Province». «Ai sindaci – gli ha fatto eco il vice, Paolo Cirelli – lo abbiamo già annunciato». Nel suffragare il ragionamento di Vancini, Montanari, in una sorta di manifesto d’orgoglio, ha chiuso sottolineando il ruolo dell’artigianato in un momento difficile «non solo sotto il profilo economico ma soprattutto etico».

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CONFARTIGIANATO



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)