Filastrocca della mascherina
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Se avessi una bella mascherina
tapperei la bocca alla gente
che ripete da sera a mattina:
“Vai che non succede niente”.
Se ne avessi una bella grossa
benderei bene quei soggetti
che se leggono “zona rossa”
fan la ressa… quei furbetti.
Se ne avessi una per orecchio
eviterei di sentire certe Barbie
divertirsi a criticar parecchio,
parlar male e far gli “sgarbi”.
Se ne avessi una di metallo,
la userei, anche se è abbiente,
per buttar giù dal piedistallo
colui che si crede onnipotente.
Se ne avessi una con le righe
ci stamperei: “Lo dice la Nasa
che per combattere le sfighe
bisogna proprio stare in casa”.
Se ne avessi una tutta a pois
ci scriverei e ne farei bandiera
quando questo periodo finirà:
“Viva la sanità pubblica intera”.

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Mauro Presini
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani