Fiere, se Bologna fosse stata ‘tedesca’ avrebbe preso ristori doppi
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30 mlioni non coprono perdite 2021, expo chiederanno fondi anche per 2022
Bologna – “L’entità dei ristori viene definite sulla base di una serie di parametri: ci potevano premiare un po’ di più? Certamente, ma così è”, non fa storie il numero uno della Fiera di Bologna, Gianpiero Calzolari. “Il meccanismo è perfettibile: l’importo (per Bologna, ndr), che si aggira tra I 30 e i 35 milioni, non ci consente di ritrovare un risultato positivo, ma ci consente di pianificare con maggior tranquillità l’aspetto dei flussi di cassa. Con gli stessi criteri adottati in Germania, basati sugli utili persi e non sul fatturato, avremmo preso il doppio”, fa sapere il direttore dell’expo, Antonio Bruzzone. Insomma, “come si dice a Bologna: meglio piuttosto che niente. Se guardiamo i nostri conti, i ristori non coprono certamente il colpo che abbiamo subito, ma ci faremo bastare queste risorse”, assicura Calzolari, commentando così – in un colloquio con la ‘Dire’- la ripartizione del fondo stanziato dal ministero del Turismo a copertura delle perdite 2020 che assegna alla società di via Michelino, circa 20 milioni di euro (che vanno ad aggiungersi ai 10 milioni messi a disposizione da Simest). Niente da recriminare, dunque, mentre scircolano voci di ricorsi che potrebbero arrivare da altri quartieri. Di certo c’è che si chiederanno altri fondi di sostegno.
“Il 2021 si chiude sicuramente in perdita e in base a quando verranno distribuiti ristori, la perdita verrà più o meno diminuita”, ammette Bruzzone, che è vicepresidente di Aefi, l’associazione che riunisce gran parte dei poli espositivi italiani. E “come Aefi stiamo predisponendo un documento per chiedere la conferma dei sostegni anche nel 2022”.
– Continua Bruzzone: “Siamo un po’ come un atleta che ha subito un infortunio: non è che ricomincia subito ad andare alla velocità di prima. Prima di tornare alla velocità del 2019, è probabile che debba passare non solo il 2021: tutto il 2022 non avrà le performance del 2019, forse il 2023 dal secondo semestre”, è la previsione del direttore dell’expo di Bologna. “Quindi c’è bisogno e noi chiederemo un affiancamento. Per tutto il primo semestre del 2022 non ci saranno cinesi: per noi quel mercato valeva 35 milioni di euro in Cina, di cui 10 milioni di cinesi che venivano in Europa. Nel 2022 sicuramente quei 10 milioni non li avremo”, conclude.
Quanto al ‘prima’: “Abbiamo trascorso lunghi mesi in una sorta di incomprensione rispetto a quello che stava accadendo, con la preoccupazione che non arrivasse nulla, mentre i colleghi tedeschi e degli altri paesi europei si erano attrezzati adeguatamente. Poi il meccanismo della deroga comunitaria si è sbloccato”, ricorda Calzolari. E se i 30-35 milioni complessivi non saranno sufficienti a coprire al perdita che solo per il 2020 è di 46 milioni, “avere la certezza di un gettito ci aiuta a fare meglio il nostro mestiere. L’assoluto buio in cui ci siamo trovati per diversi mesi ci dava molta più preoccupazione”, ammette.
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