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di Federica Mammina

Vaccini si, vaccini no. Solo l’ultima, in ordine di tempo, delle ossessioni mediatiche con cui veniamo bombardati per un certo numero di giorni da mezzi di informazione monotematici.
Tema complesso quanto delicato perché tocca vari diritti costituzionalmente tutelati. In virtù di questo i cittadini dovrebbero rivendicare il diritto ad avere più informazioni possibile, e ad esprimere un parere consapevole. Questo richiederebbe una convergenza tra la politica, la comunità scientifica e l’informazione: obiettivo comune la salute dei cittadini.
La comunità scientifica però si divide tra vaccinisti e antivaccinisti, nella maggior parte dei casi solo sulla base di una presa di posizione, e senza essere efficacemente interpellata dalla politica a cui spetta decidere. Ma sulla base di quali principi? Difficile a dirsi. È dato certo però che nel 2014 la Global health security agenda, un consesso di 40 paesi, ha designato l’Italia come guida, per cinque anni, delle strategie e campagne vaccinali nel mondo. Quella che è parsa nell’ultimo periodo un’accelerazione improvvisa sul tema vaccinazioni dettata da esigenze di salute pubblica, potrebbe essere invece un programma che parte da lontano. Troppi dubbi persistono.
Ma caro lettore non ti affannare. Per fortuna chi dovrebbe prendersi cura di noi pare non avere i nostri stessi dubbi: abbiamo tutti indiscriminatamente bisogno di dodici vaccini.
Ed io che credevo fossimo tutti diversi.

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Redazione di Periscopio



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