Ferrara vuole una tesoreria etica e disarmata.
Tempo di lettura: 2 minuti
Dario Maresca, Simone Merli e Roberta Fusari, consiglieri comunali di Ferrara
Lunedì 9 novembre il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato due proposte che abbiamo presentato come centrosinistra (a firma di Dario Maresca della civica Gente a Modo, Simone Merli del PD e Roberta Fusari di Azione Civica) per inserire importanti clausole etiche nel prossimo bando per il servizio di tesoreria comunale, cioè la banca del Comune.
Ringraziamo l’assessore al bilancio Fornasini, che ha dato parere positivo aprendo la strada per l’approvazione quasi unanime del Consiglio.
In particolare una prima risoluzione impegna il Comune a valutare l’inserimento come requisito di ammissione al bando la garanzia che i soggetti bancari che si proporranno non finanzino il commercio e la produzione di armi. Un’azione concreta per affermare i valori costituzionali di pace, solidarietà e ripudio della guerra, che si inserisce nell’ambito della campagna “Tesorerie Disarmate” promossa dalla Rete Italiana Disarmo. Molti Comuni hanno introdotto un punteggio aggiuntivo per le banche non armate, noi chiediamo un passo in più e cioè l’esclusione delle banche armate. Il Comune rappresenta tutti i cittadini e vogliamo che il denaro dei ferraresi non sia coinvolto nel commercio di armi, che spesso alimenta in via diretta o indiretta conflitti e negazione dei diritti umani nel mondo.
Nella stessa direzione di una gestione responsabile del denaro pubblico va il secondo atto approvato: un emendamento per riconoscere nel bando per la tesoreria un punteggio aggiuntivo agli operatori finanziari di finanza etica e sostenibile e per i soggetti che si impegnano a finanziare attività sociali, culturali e sportive del nostro territorio.
Si tratterà forse del primo caso in Italia di valorizzazione in un bando di tesoreria della finanza etica, così come definita nell’art. 111-bis del Testo Unico Bancario, e cioè una finanza che valuta non solo l’impatto economico ma anche quello sociale e ambientale delle imprese e dei progetti finanziati, e che si organizza su principi etici, di partecipazione e trasparenza. Un gesto quindi dal forte valore anche simbolico e di promozione di un atteggiamento diverso nei confronti del denaro, che anche quando “sta in banca” non riposa mai e a seconda di come viene gestito alimenta un modello di sviluppo sostenibile oppure iniquo.
Il punteggio che valorizza il legame con le iniziative del territorio rappresenta un altro tassello di un intreccio che deve essere virtuoso tra chi amministra la cosa pubblica, chi ne gestisce le risorse e la comunità.
Siamo orgogliosi di questo risultato, contenti che su questi temi si sia potuto trovare una concordanza trasversale alle forze politiche, e soddisfatti di poter mostrare che perseguendo il dialogo e la propositività si può trovare uno spazio di incisività politica anche stando all’opposizione.
Adesso il nostro compito come opposizione sarà naturalmente quello di vigilare che queste azioni siano effettivamente messe in pratica, e insieme all’assessorato al Bilancio e alle altre forze politiche far sì che queste delibere siano il primo passo di un percorso culturale e politico trasversale sull’uso responsabile del denaro.

Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani