L’unica possibilità che la sinistra e i progressisti vincano le prossime elezioni amministrative a Ferrara (ed evitare che la città sia amministrata dall’ex sindaco di Bondeno, con tutto il rispetto per lui e i bondenesi) è che il Pd candidi una persona autorevole che faccia un’alleanza programmatica con le liste progressiste. Un’alleanza basata su alcune priorità condivise per la città e una composizione di giunta pluralista e competente. La mia opinione è che questo candidato autorevole possa essere Alessandro Bratti, che ha una grande esperienza tecnica e amministrativa sia locale che regionale e nazionale.
Non credo che basti il richiamo del Pd ferrarese per convincerlo a rinunciare a una prestigiosa carriera professionale per “salvare” la sua città e impedire la deriva leghista dopo 73 anni di amministrazione di sinistra. E nemmeno l’investitura del Pd emiliano (autonomista differenziale?). Non sono più i tempi in cui, come è capitato a me, bastava una telefonata del segretario del partito (9 mesi prima del voto) per avere le certezze che un’organizzazione radicata e forte si sarebbe mobilitata a sostegno. Le cose sono cambiate: in peggio. E capisco che un candidato possa sentirsi poco “sostenuto” se la disponibilità arriva dal Pd locale di oggi. È mia convinzione, però, che se i leader nazionali del Pd e di Leu proponessero a Bratti la candidatura sarebbe più difficile per lui “rinunciare” a scendere in campo per difendere la cultura amministrativa e politica della sua città.
Per essere più espliciti, penso che tocchi prima di tutto a Zingaretti e Franceschini, poi Bersani ed Errani, farsi carico del “rischio Ferrara” e “con-vincere” Bratti a candidarsi (e suggerire al Pd locale di smettere di fare melina). Ne ho parlato con qualche politico nazionale che mi ha spiegato che il vertice Pd in questo momento ha un’agenda molto piena… Ecco, è proprio questo il punto: come è possibile distrarsi dalle elezioni locali e sperare di avere successo a quelle nazionali o europee? Un atteggiamento un po’ schizofrenico, mi pare. Io spero non sia così: ai miei tempi vennero Bersani e Letta a sostenere la mia candidatura. Spero che possa accadere anche con Bratti. E questa dichiarazione, da cittadino elettore, è un appello rivolto soprattutto a loro.
Poi toccherebbe a Sandro definire, come si è sempre fatto, un accordo di programma con le liste civiche progressiste sulle proposte più qualificate e una visione del futuro della città di Ferrara. Ma questo non c’è bisogno nemmeno di dirlo perché lo saprebbe fare molto bene. Credo, ed è l’ultimo ‘appello’ che voglio fare, che nell’accordo programmatico con le liste e i candidati progressisti la ‘questione sicurezza’ debba stare al primo posto e che, anche per questo, vadano assolutamente recuperate la collaborazione, la capacità e l’esperienza del colonnello Fulvio Bernabei.
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Gaetano Sateriale
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