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Ferrara, piccolo viaggio
nella geografia del Palio

Tempo di lettura: 4 minuti

Il visitatore che in questi giorni attraversa la città di Ferrara trova bandiere di colori diverse appese sui palazzi publici e privati, lungo le vie del centro e in quelle un po’ più periferiche. Sono le bandiere delle contrade del Palio. L’evento – in città molto sentito, ma magari meno celebre di altri analoghi – vanta il primato mondiale storico tra queste antiche gare. La prima corsa di fanti e fantesche, somari e cavalli per le vie della città risale infatti al 1259, mentre quello di Siena ha probabili origini tardo-duecentesche, ma è nel 1656 che viene preso in carico dal Comune senese in maniera sistematica.
Ma perché a Ferrara in piazza del Duomo sventola la bandiera giallo-viola con l’unicorno, mentre nella confinante piazza Municipale è issata la bandiera bianco-nera con l’aquila? Per il Palio, il territorio della città di Ferrara è diviso in otto quadranti: corrispondono ai territori delle contrade e ognuno contiene un pezzettino di storia. I quattro quadranti che si trovano tutti all’interno delle mura della città sono i “rioni”, mentre sono chiamati “borghi” quelli fuori dalla cinta muraria. Ecco la mappa, percorsa da nord ovest in senso orario.

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Mappa delle contrade del Palio di Ferrara

Rione San Benedetto. Colori bianco e azzurro per la contrada che abbraccia il territorio cittadino, che va dai confini nord delle mura cittadine fino alla Porta degli Angeli, chiusa a est da corso Ercole d’Este e a sud dall’asse di viale Cavour. L’impresa è quella del diamante sull’anello episcopale, avvinghiato da due foglie di garofano rosso. Adottato da Ercole I, simboleggia la potenza raggiunta dagli Estensi attraverso la politica matrimoniale e il legame con lo Stato Pontificio.

Rione Santo Spirito. Giallo e verde per la contrada che rientra nel territorio dell’Addizione Erculea con il fulcro della festa nella sua piazza Ariostea, dove vengono corse le gare del Palio di Ferrara. Il confine sud è segnato da corso Giovecca. L’impresa è quella della granata svampante, il proiettile, simbolo guerresco di Alfonso I.

Rione Santa Maria in Vado. Giallo e viola per la contrada che occupa un quarto della città entro le Mura, tra il centro con il Duomo e tutte le vie acciottolate della parte medioevale. L’impresa è quella dell’unicorno, animale mitologico raffigurato nell’atto di purificare le paludose acque ferraresi con il suo corno miracoloso.

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Unicorno della contrada di Santa Maria in Vado

Rione San Paolo. Bianco e nero per il territorio della contrada, che si sviluppa intorno al castello estense. Arriva fino al confine sud del porto fluviale di via Darsena e delle mura di Rampari di San Paolo, dove è il Museo dell’ebraismo e dove si affacciano i parcheggi ex Mof e quello di viale Kennedy. L’impresa è quella estense dell’aquila sulla ruota.

Borgo San Giacomo. Blu e giallo sulle bandiere di questa contrada, che ingloba la parte interna delle mura del vecchio Acquedotto e una vasta zona periferica che va fino all’antico borgo di Mizzana. La sua impresa è un’aquila bianca, stemma originario degli Este.

Borgo San Giovanni. Il rosso e il blu sono i colori della contrada, il cui territorio si estende verso nord est al di fuori delle mura cittadine, spingendosi fino al confine dell’area comunale. L’impresa è quella della lince bendata: l’animale simbolo della vista acuta è emblema del primo vero principe estense, Niccolò III, morto avvelenato; suo figlio Leonello ereditandolo vuole rappresentare l’animale con la benda in omaggio al padre e alle sue idee inascoltate.

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L’idra, impresa della contrada di San Giorgio

Borgo San Giorgio. Rosso e giallo per il territorio fuori dalle mura, che è stato il fulcro iniziale della storia cittadina. Come impresa, la mitologica idra: mostro dalle sette teste draghesche che si contorce nel fuoco.

Borgo San Luca. Rosso e verde per il territorio di uno dei primi nuclei di insediamento sul ramo del Po che attraversava Ferrara. L’impresa è quella dello steccato detto anche “pararuro”: una zucca avvolta e legata a fior d’acqua allo steccato, con la funzione di idrometro per indicare ai guardiani il livello delle acque.

Stemmi e mappa de Palio – che si corre oggi in piazza Ariostea – sono tratti dal sito ufficiale www.paliodiferrara.it

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)