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Ferrara: nuovi contenitori stradali per la raccolta del vetro e lattine

Tempo di lettura: 2 minuti

Da: Ufficio Stampa Hera

Niente più campane del vetro, per i quartieri Barco e Pontelagoscuro.
Hera ha infatti sostituito gli storici contenitori con arredi stradali simili ai cassonetti dedicati alle altre raccolte, con l’obiettivo di rendere la separazione di questo rifiuto sempre più agevole e di migliorare ulteriormente il decoro urbano.

Hanno detto addio a un elemento storico dell’arredo urbano, i quartieri ferraresi di Barco e Pontelagoscuro. Da alcuni giorni, infatti, i più attenti avranno notato l’assenza delle classiche campane verdi dedicate alla raccolta di vetro e lattine, che per anni hanno caratterizzato le strade della città.
Ma bando alla malinconia: nuove attrezzature, più comode e funzionali, hanno già preso il loro posto, e rispetto alle campane offrono diversi vantaggi. In primo luogo, l’oblò per l’inserimento di bottiglie, lattine in alluminio e barattoli in acciaio è posto più in basso, rispetto a prima, e dunque il conferimento risulta più comodo.
Inoltre, questi contenitori sono composti da un’unica vasca, pertanto non c’è il rischio di fuoriuscite, né di liquidi né di frammenti di vetro.
Infine, a riprova della ricerca costante di soluzioni per avere un territorio sempre più ordinato e decoroso, l’estetica dei nuovi contenitori è in linea con quella dei cassonetti dedicati alle altre raccolte e, in occasione delle sostituzioni, tutte le piazzole sono state lavate e sanificate.
È comunque importante sottolineare che il servizio di raccolta e le modalità di conferimento rimangono assolutamente invariati: gli utenti serviti da raccolta domiciliare potranno continuare a usufruire del ritiro a domicilio o, a scelta, optare per i cassonetti. Cassonetti che, ovviamente, rimarranno liberamente accessibili (non v’è dunque la necessità di utilizzare la Carta Smeraldo), così come avviene anche per le altre raccolte differenziate.

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HERA



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)