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Una volta Ferrara era la città delle biciclette.

Ora pare essere diventata la città delle indagini giudiziarie nei confronti della Giunta e dei componenti della maggioranza consiliare.

Ormai non si contano più. Buoni spesa, regolamento accesso alle case popolari, promesse di lavoro ai consiglieri di opposizione, consiglieri che amoreggiano con le pistole, abbattimenti creativi di stabili pubblici, dimissioni raccolte in mezzo alla via.

Fino alla concussione, ipotizzata dal PM e notificata in questi giorni al Vicesindaco.

Innanzitutto vogliamo esprimere solidarietà al lavoratore. Niente e nessuno potrà ricompensare i danni da lui subiti per la gogna mediatica cui è stato sottoposto, evidentemente a torto.

Poi, però, c’è bisogno che qualcuno spieghi al Vicesindaco le regole della democrazia indiretta. L’essere stato eletto non gli consente di fare tutto quello che vuole. Nessuno è al di sopra della Legge. E gli appalti o le convenzioni, contrariamente a quello che dice e pensa il Dottor Lodi, non sono attribuiti o attribuibili ad personam.

Ora la città, tutta, sarà costretta a sobbarcarsi ulteriori spese legali perché qualcuno, che rappresenta una parte, pensa di essere un novello Dredd in salsa ferrarese.

A questo aggiungiamo l’aumento di 850.000, euro rispetto al preventivo originario, per la nuova caserma della polizia locale. Un caserma che, per citare il Vicesindaco, sicuramente sarà “all’avanguardia a livello nazionale per i crismi di sicurezza”, ma che prima non aveva costi per la collettività.

In tutto questo il Comune continua a dire che non ci sono le condizioni per assumere personale. Pare ovvio vista la concentrazione delle spese nel capitolo giudiziario.

Tuttavia sono i dipendenti a garantire i servizi, non le caserme. E nemmeno il desiderio di onnipotenza che sembra guidare alcune scelte della Giunta.

Per comunicare efficacemente ciò che l’Amministrazione sta facendo, o non facendo, occorre uno staff di assoluta fiducia: spendere più di 600.000 € all’anno in incarichi fiduciari ci pare però un poco troppo.

Con quei soldi, il Comune avrebbe potuto assumere, ad esempio, 20 dipendenti di categoria C e, di conseguenza, migliorare i servizi.

Sempre che il vero obiettivo non sia quello di esternalizzare tutto ciò che il Comune può non gestire direttamente, riducendo i servizi. Almeno, però, si abbia la forza e l’onestà di dirlo alla città: si dica che il progetto politico dell’attuale maggioranza è quello di una privatizzazione spinta dei servizi pubblici, che il modello proposto dalla giunta scarica sui lavoratori in appalto il peso ed il costo di queste scelte.

Per parte nostra sappiamo già da che parte stare. I servizi universali non possono che essere pubblici.

Luca Greco per la FP CGIL

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