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Per vari impedimenti non ho potuto partecipare alla manifestazione che si è tenuta, nella mattinata del 22 scorso, per dare visivamente il senso e l’impegno di una parte dei cittadini per la difesa, lo sviluppo, il progetto e l’organizzazione di un rinnovato sistema bibliotecario, per il ruolo e il senso delle biblioteche decentrate.
Condivido le argomentazioni che il successivo documento ha raccolto e inviato alla Amministrazione Comunale. Non vi è bisogno che le ripeta.
Aggiungo un tema che non vorrei venisse sottovalutato e meno considerato; del quale poco si è parlato nel corso di questo dibattito. Non è apparso nemmeno fra gli oggetti della riunione della II commissione consigliare dell’11 maggio.
Credo non vada dimenticato che le biblioteche oltre ad essere luogo di incontro e occasione di socialità sono anche luoghi di studio e di ricerca. Questo vale non solo per la Biblioteca Ariostea ma anche per quelle decentrate. I due momenti non sono in contrapposizione ma debbono integrarsi e rendersi specifici a seconda del rapporto che le strutture hanno con la rete sociale di riferimento.
Le biblioteche decentrate dovranno saper essere anche momento di raccolta e conservazione degli avvenimenti, non solo del passato ma contemporanei, che avvengono nel territorio. Dovranno essere in grado di fornire gli strumenti di conoscenza per capire la contemporaneità e divenirne archivio.
Tutto questo non solo in collegamento con le istituzioni scolastiche ma con la realtà articolata e plurale del mondo associativo, con le varie comunità, con le espressioni della religiosità e le manifestazioni della vita quotidiana. Una occasione di integrazione nella società civile della quale la biblioteca può essere parte costruttrice, testimone e conservatrice per il futuro. Non ci si può limitare alla pure essenziale ‘pubblica lettura’.
Il ruolo della Biblioteca Ariostea non può essere solo quello di coordinamento e di indicazione. La Ariostea è anche una grande biblioteca di conservazione; raccoglie largamente testimonianze della vita passata della città, ne custodisce parte consistente della memoria: ha l’obbligo, complesso ed oneroso, della custodia e della tutela delle opere conservate ma ha anche quello di fornire strumenti per agevolare la ricerca, costruire progetti e realizzarli insieme con altri attori, in primo luogo con l’Università e l’associazionismo culturale: penso alla meritoria attività della associazione ‘Amici della Biblioteca Ariostea’ e della ‘Deputazione di Storia Patria’.

Faccio qualche esempio: guardando in SBN non si trova mai digitalizzato un volume della Ariostea; ancora molto modesto è il trasferimento delle schede Staderini; pochissime sono le scannerizzazioni. Tutto questo limita pesantemente la conoscenza del patrimonio librario conservato e l’accesso degli studiosi.
Fra i progetti credo molto interessante quello proposto da una funzionaria per il catalogo e la edizione dei Nuptialia: fornirebbe per il ‘600 e il ‘700 uno spaccato della società ferrarese che ancora manca. Importante sarebbe l’organizzazione di una collana per l’edizione di almeno parte dei manoscritti: penso ad esempio alle varie cronache, al catalogo degli Accademici Intrepidi, ai molti testi letterari e a quelli scientifici; al catalogo dei codici miniati; agli annali, libro in mano, degli editori ferraresi. E molto altro ancora si potrebbe indicare.

Egualmente si può per l’Archivio Storico Comunale principiando dalla Raccolta dei Bandi, dal Censimento del 1816 e dalle Carte Migliori.
Tutto questo in passato è avvenuto; basti ricordare la, ahimè troppo breve, presenza del Bollettino di notizie e ricerche da Archivi e Biblioteche, la pubblicazione del catalogo degli Statuti; i molti lavori che autonomamente i funzionari dell’istituto hanno fatto apparire e quelli di ricercatori che alla Ariostea fanno riferimento.
Bisogna augurarsi che la Amministrazione Comunale si renda conto del patrimonio, umano e di opere, che a lei fa riferimento, che lo riconosca con investimenti e impegno.
Questo intervento sarebbe manchevole se non ricordassi la competenza specifica e la professionalità dei funzionari della Biblioteca Ariostea; la cortesia e la pazienza di tutti gli addetti. Non posso non unirmi ai molti che auspicano l’integrazione dei ruoli attraverso una selezione che garantisca capacità e preparazione precisa: in biblioteconomia, come in ogni altra professione, non sono ammesse improvvisazioni.

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Ranieri Varese



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