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da MOSCA – Sono le otto e mezza del 28 Marzo, la signora Maria rientra a casa, dopo una giornata passata a correre qua e là per raggiungere le case dei suoi datori di lavoro, nell’area centrale e ricca della città. Pulizie e incombenze quotidiane non aspettano. C’è sempre molto da rassettare, merende da preparare, compiti da far finire, panni da stirare, argenti da lucidare, cene da allestire. Eh sì, perché ogni cena merita una bella tavola apparecchiata, una candela profumata, bigliettini colorati per i bambini (ogni sera la signora vuole, sotto il tovagliolo, un pensierino, in russo, per i suoi pargoletti che studiano a scuola la lingua di Tolstoj, che per loro non è la madrelingua). Ci vuole fantasia, spensieratezza, idee che Maria ha comunque sempre. Da giovane era un’insegnante, ed è stata assunta anche per questo. La pensione non basta. Eccola dunque uscire di casa, pronta ad attraversare il ponte che dalla casa aristocratica dove lavora la porta alla linea rossa della metropolitana. Stasera è un po’ trafelata, è in leggero ritardo. A casa l’aspetta Igor, come sempre, dagli ultimi quarant’anni. Un grande amore. Il suo unico vero e grande amore. Improvvisamente il buio. Maria si stropiccia gli occhi, oddio cosa succede? Un black-out in questa zona non si era mai visto, almeno lei non lo ricordava. Quantomeno non recente. Tutto scuro, o meglio il Cremlino non è più illuminato. Si vede solo la grande stella rossa. Cosa succede al signor Putin? Oh mamma, che spavento. Starà succedendo qualcosa di grave? Come è possibile? Spaventata, Maria ferma un passante. Anche lui è un po’ anziano, ignora cosa stia succedendo. Si forma un piccolo gruppetto, si parla, si discute, si vocifera, si cercano spiegazioni. Inquietudine. Pochi leggono la stampa, spesso si affidano solo alle comunicazioni che il Comune di Mosca o la rappresentanza del quartiere dove abitano affiggono nelle bacheche condominiali. Nessuna iniziativa strana o manutenzione straordinaria era stata annunciata per quella sera. Si avvicina un giovane, incuriosito dal piccolo assembramento che chiacchiera e si pone domande. E sorride.

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L’Università di Mosca

“Signora, Signori, è l’ora della Terra stasera, non lo sapete? In tutto il mondo si spengono le luci, per un’ora, esattamente da adesso, o meglio da circa dieci minuti fa. Nei Paesi che aderiscono, i grandi edifici pubblici stanno al buio, a Mosca lo faranno dieci ponti e oltre 300 edifici fra i quali il Cremlino, la Cattedrale del Cristo Salvatore, San Basilio, la Duma, i magazzini GUM, le Sette Sorelle. Si tratta di un’iniziativa lanciata, nel 2007, dal Wwf (sapere vero, signori, cos’è il WWF?), ogni anno, l’ultimo sabato di Marzo. Oltre ad altri 162 paesi, la Russia vi aderisce dal 2008, e il Cremlino spegne le sue luci dal 2013. Si vuole riflettere sui cambiamenti climatici in atto e ridurre il consumo energetico almeno per un po’. E’ un invito a tutti a farlo, un omaggio alla Terra. Anche dallo spazio si sono invitate le persone ad aderire (vi dice nulla Samantha Cristoforetti?, continua il giovane)”.

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La Piazza Rossa e San Basilio

Maria è perplessa… dallo spazio? Cambiamenti climatici? Risparmio per un’ora? A cosa serve davvero? Ma non fa troppe domande, si vergogna un po’. Si documenterà meglio domani, a casa (stasera arriverà troppo tardi, il tragitto dura quasi due ore), magari le verrà in mente un pensierino per le cene serali della signora. Un pensierino dedicato alla Terra. La Madre Terra.
Ringrazia e saluta, almeno non è successo nulla di strano nel suo Paese, al suo presidente. Che bizzarria, però. Mah. Si rassetta il fazzoletto colorato, scostato per sentire meglio, e, rassicurata, corre verso la metro, ha accumulato altro ritardo. Igor l’aspetta.

Per vedere l’evento in altri luoghi di Mosca e San Pietroburgo [vedi].

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.


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