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FERRARA, CHIUDE CON OLTRE 2.200 PRESENZE LA SETTIMANA DELLE MEMORIE AL TEATRO COMUNALE

Si chiude con oltre 2.200 presenze e il coinvolgimento di più di 300 studenti la prima edizione della Settimana delle Memorie di Ferrara, il progetto di Moni Ovadia dedicato al ricordo dei genocidi che hanno segnato la storia recente dell’umanità. Già confermata la seconda edizione nel 2023, che amplierà gli orizzonti della riflessione sulla Shoah, portando alla luce le tragedie di altre minoranze etniche. “Il bilancio di questa prima edizione al Teatro Comunale è positivo e ci dà la traccia su cui lavorare per il 2023 – spiega Moni Ovadia, direttore generale del Teatro – : l’intento è quello di approfondire e rendere noti altri crimini della storia dell’umanità, come il genocidio in Cambogia, le persecuzioni dei disabili o degli uiguri in Cina, la questione del colonialismo, senza mai pretendere di essere un tribunale. Per mettere altri mattoni nella costruzione di una ‘memoria universale’ che diventi patrimonio collettivo”. Da sottolineare la grande partecipazione di giovani il 27 gennaio: più di 300 studenti hanno gremito il Teatro Comunale per la cerimonia di commemorazione del Giorno della Memoria, e assistere allo spettacolo Senza confini. Ebrei e zingari, il recital di musiche rom, sinti ed ebraiche, con protagonista Moni Ovadia. “Alla prima edizione – chiosa il direttore artistico del Teatro Marcello Corvino -, la Settimana delle Memorie si conferma un progetto capace di dare valore alla testimonianza di ogni discriminazione e violenza di stampo raziale, e voce all’idea che il ricordo della Shoah, nella legittima e sentita celebrazione di un lutto immenso, possa costituire non soltanto un monito per il presente e un indelebile ricordo, ma anche configurare un’intera cultura di rifiuto della violenza, senza mai ergersi a tribunale o farsi guidare da ideologie di qualsiasi tipo”.

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Riceviamo e pubblichiamo



PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)