Fabbri (LN): «Monsignor Perego non si è ancora insediato, ma pare avere già le idee chiare: prima i migranti, Poi i problemi veri della città. Siamo molto delusi da queste sue prime dichiarazioni»
Da Ufficio Stampa Lega Nord Emilia-Romagna
FERRARA, 03-05-‘17.
«Il nuovo arcivescovo, Giancarlo Perego, non si è ancora insediato in città, ma ha già iniziato con il piede sbagliato: occupandosi di Ong e promuovendo le idee care alla fondazione Migrantes, invece di occuparsi dei problemi veri della provincia ferrarese.» Non è il benvenuto che avrebbe voluto dare, quello del capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, al nuovo inquilino (peraltro, non ancora insediatosi) dell’Arcidiocesi. Inevitabile, la replica del leader leghista, dopo le uscite del direttore di Migrantes, monsignor Perego, a difesa delle Ong – nonostante le rivelazioni del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, non siano state smentite – e le sue «rivoluzionarie» idee per il ringiovanimento di Ferrara. «Parla di un saldo negativo delle nascite nel Ferrarese, ma come tanti pensa più a discutibili ipotesi di un’accoglienza senza limiti e indiscriminata, che vuol dire una “sostituzione etnica”, invece di politiche che possono essere sostenute anche con l’aiuto della chiesa, per aiutare le nostre famiglie che non ce la fanno: per la crisi, per l’aumento della povertà, per non parlare anche delle difficoltà post-sisma di molti cittadini.» La soluzione di Migrantes non trova una sponda sul fronte leghista: «L’idea che si possa invertire il trend demografico con il “meticciato” di cui parla monsignor Perego, come ci viene detto – sottolinea Fabbri – accogliendo in provincia centinaia e centinaia di giovani africani under 30, che non fuggono peraltro da nessuna guerra, ma sono soltanto potenziali “clandestini”, è semplicemente folle.» Inoltre, «Ferrara ha dato cattivi esempi di come la gestione degli “arrivi” sia stata fatta, dalle cooperative che sono state sotto la lente dell’Anac (Autorità nazionale anti-corruzione; ndr), come Camelot, e dell’associazione K di don Bedin.» Infine, sulle Ong: «Nessuno ha messo sullo stesso piano “Medici senza frontiere” con chi, nel Mediterraneo, ha comportamenti quanto meno discutibili, sui quali speriamo si indaghi. Tuttavia, in Italia e in Emilia-Romagna arrivano già abbastanza migranti, anche senza bisogno di qualche servizio “taxi” finanziato con le donazioni ricevute dalle numerose Ong operanti nel Mediterraneo.»

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)