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Da Lega Nord

BOLOGNA, 11-07-’17.

«Avete scritto un “vademecum” liberticida, che impedisce ai giornalisti impegnati nella comunicazione pubblica di esprimersi, per cercare di coprire le carenze del Pd e del vostro Governo sul tema immigrazione.» Non ha girato attorno alla questione, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, durante il Question time nella seduta odierna dell’Assemblea legislativa, in replica alla risposta della vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini. Impegnata nella difesa d’ufficio della Giunta, sulle contestate “linee guida” che dovrebbero servire per contrastare “disinformazione e false notizie”, ma che – dalla prospettiva leghista – serve unicamente a cancellare la parola “clandestino”. Ovvero, «colui che entra in un paese illegalmente». Di fronte ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti, la Regione ha cofinanziato un evento di formazione per i giornalisti, in collaborazione con la Fondazione dell’Ordine dell’Emilia-Romagna e l’associazione Carta di Roma: «imponendo un codice di condotta anche peggiorativo rispetto alla stessa Carta – sottolinea Fabbri – esprimendo anche un parere di merito, dal momento che si considera “errato” il modo in cui viene utilizzato questo termine.» La difesa della vicepresidente Gualmini è stata tutto centrata sulla citazione di sentenze (quella del Tribunale di Bologna del 2016, che ha considerato «discriminatoria» la parola “clandestino”) o pareri contenuti in codici etici. «La verità che ci inquieta – ha tuonato Fabbri – è che preferite ammorbidire i toni, cercando di limitare l’espressione della stampa, perché dovete difendere le scelte errate sull’immigrazione, che alimenta un sottobosco di cooperative sociali vicine al Pd. Accanto a questo – continua – portate in Parlamento la discussione sullo Ius Soli e questo la dice lunga sul distacco che ormai avete dalla gente. Persino Renzi – ha aggiunto – si è scoperto (in modo pretestuoso) sulle nostre posizioni, che rivendichiamo da tempo: lieti che si sia accorto di aver sbagliato tutto, finora.» Un’ultima stoccata arriva a Gualmini e all’assessore Petitti, dopo che il membro della segreteria dell’assessorato di quest’ultima (che, forse ironicamente, comprende le “Pari Opportunità”), Brahim Maraad, responsabile del centro islamico riminese in cui erano passati alcuni jihadisti, «è venuto a Bologna, a fine giugno, per fare da moderatore in un corso di formazione organizzato dalla Fondazione dell’Ordine dei giornalisti e patrocinato dalla Regione. Sarebbe stato meglio – sottolinea Fabbri – che Brahim Maraad avesse controllato con maggiore scrupolo i frequentatori del suo centro culturale, anziché insegnare ai giornalisti come parlare.»

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