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Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Veleno: anche la regione deve fare chiarezza. In che rapporti è la Regione con il Centro di Aiuto al Bambino (CAB) – Cenacolo Francescano coinvolto nello scandalo dei minori strappati alle famiglie nella bassa modenese illustrato nell’inchiesta giornalistica Veleno? Esistono convenzioni attive? Quanti minori sono stati affidati a questo centro, finanziato con ingenti somme pubbliche nonostante i gravi conflitti di interesse creati dai ruoli del personale che vi operava?”.

Non si arrendono Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione e il consigliere Stefano Bargi: sulla vicenda narrata dall’inchiesta giornalistica Veleno è necessario fare chiarezza. Per questo è stata presentata una interrogazione alla giunta, in particolare dopo le recenti vicende che hanno delineato un quadro ancor più grave. “L Unione dei Comuni Modenesi Area Nord ha deciso di convocare presso la competente commissione l’ex responsabile dei servizi sociali di Mirandola e la psicologa Valeria Donati per avere chiarimenti sulla sconvolgente vicenda sulla quale gli scriventi avevano già interrogato la Giunta Regionale lo scorso 9 gennaio”, scrivono Fabbri e Bargi.

“L’ultima rivelazione riguarda le confessioni di due donne, allora bambine, le quali hanno rivelato di essere state costrette dalle psicologhe a dichiarare il falso” e “a quanto risulta l’Unione Comuni Area Nord si è fatta interamente carico delle spese per l’affido e per le terapie psicologiche di tutti i bambini per una somma totale di fondi pubblici spesi è di 3.520.900 euro” e “se si aggiungono i 220.000 euro per le spese legali dei minori, saliamo a circa 3 milioni e 800.000 euro.

Il problema del conflitto di interessi nasce dal fatto che Valeria Donati, che inizialmente seguiva la maggior parte dei bambini per conto dell’Asl, era poi diventata responsabile di una struttura privata creata a Reggio Emilia, il CAB appunto, a cui l’Ausl aveva poi affidato la presa in carico dei bambini considerando il centro “più attrezzato e specializzato sui temi dell’abuso”.

“Dalla ricostruzione sembra che fossero state proprio le operatrici del CAB ad individuare i bambini bisognosi di assistenza, ad ascoltarli presso l’ASL e a segnalarli al Tribunale dei Minori, ricevendo per il loro servizio tra il 2002 e il 2013 una somma di circa 2.200.000 euro” aggiungono i consiglieri e per questo “la decisione dell’Unione necessita di essere affiancata da una parallela iniziativa della Regione Emilia Romagna volta a chiarire quanto accaduto e ad evitare il ripetersi di simili terribili episodi”.

Con l’interrogazione Fabbri e Bargi chiedono dunque di “verificare l’utilizzo delle risorse spese per l’affidamento al CAB dei bambini della Bassa coinvolti nell’inchiesta”, se esista “una convenzione tra AUSL di Modena, Regione Emilia Romagna e Centro di Aiuto al Bambino”, da quanto tempo sia in essere e “quanti bambini siano stati affidati a tale centro nel corso degli anni e quanti ne siano attualmente a suo carico”. Fondamentale è anche chiarire “quante risorse pubbliche siano state spese per lo svolgimento dei servizi svolti dal CAB”.

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