Expo: numeri da record per l’Emilia Romagna nel padiglione Coldiretti
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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna
Sono stati sessantamila i visitatori di Expo che sono passati al padiglione Coldiretti nella settimana dell’Emilia Romagna, dal 20 al 27 settembre. Lo comunica Coldiretti regionale, sottolineando che l’afflusso è triplicato rispetto all’analoga settimana dall’8 al 14 giugno, quando i visitatori dell’Emilia Romagna nel padiglione Coldiretti furono ventimila. Nella settimana appena trascorsa, che vanta come visitatore di eccellenza anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, oltre cinquemila persone hanno potuto degustare le eccellenze emiliano romagnole a pranzo e cena nella terrazza del padiglione; ma il vero record – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – è costituito dai 20 mila visitatori che ininterrottamente nei sette giorni hanno assaggiato il cartoccio dello street food prodotto dall’apecar di Campagna Amica, costituito, secondo le giornate, da patate bolognesi, pesce di valle e pesce dell’Adriatico, e dalla migliaia di visitatori entrati dall’ingresso del cardo sud, che venivano accolti dalla colazione all’italiana a base di pane, marmellata, orzo e latte per iniziare bene la giornata.
Nell’arco della settimana, i visitatori della più grande kermesse mondiale dell’alimentazione hanno potuto degustare il top dei 41 prodotti Dop e 378 prodotti tipici, dal culatello di Zibello alla pera Igp dell’Emilia Romagna, dai tortellini al riso del Delta del Po, dalla carne di vacca romagnola alla patata Dop di Bologna, dai salumi di mora romagnola e suino nero di Parma al Parmigiano Reggiano e Grana Padano Dop, fino al castrato di Romagna, il tutto condito con olio di Brisighella (Ravenna) e delle Colline romagnole e innaffiato con vini Doc, Docg e Igt delle migliori cantine della regione. Particolarmente seguito è stato il laboratorio della pizza con l’impasto; fatto in diretta, con farina e lambrusco.
Ai visitatori – informa Coldiretti Emilia Romagna – è stato offerto uno spaccato del territorio, dell’enogastronomia e della cultura dell’Emilia Romagna, con laboratori di sfoglia, per preparare tortelli, cappellacci di zucca, pisarei e fasò, piadina, accompagnata dalla riproduzione dell’ambiente di valle con reti e bolaghe per la pesca all’anguilla, stampa manuale delle tele romagnole e gruppi folcloristici che hanno fatto da veri e propri catalizzatori dei visitatori lungo il cardo sud. Particolarmente gettonati sono stati il gruppo folcloristico pavullese, gli sbandieratori del Palio di Ferrara, i ballerini del liscio romagnolo, i gruppi di campanari reggiani e bolognesi che hanno portato ad Expo il suono delle campane, una “voce” della tradizione contadina, quando i campanili segnavano il tempo, ma lanciavano anche gli allarmi per i pericoli o sottolineavano il giorno di festa.
Non sono mancati momenti dedicati ai più piccoli, con attività profondamente radicate nella tradizione contadina, come il “gioco dell’alveare”, in cui centinaia di bambini si sono travestiti da api, fuchi, apicoltori, orsi per vivere in prima persona la vita negli alveari e l’attività di produzione del miele, e l’antico rito della pigiatura dell’uva riprodotto in un vecchio tino, che ha visto i bambini nelle vesti di pigiatori a piedi nudi.
Coerenti con lo slogan del padiglione Coldiretti, “no farmers, no party” dall’Emilia Romagna ogni giorno si sono alternati i produttori delle varie province che, oltre a fare degustare i loro prodotti, hanno illustrato in una serie di convegni e di tavole rotonde gli aspetti dell’agricoltura regionale, portando i problemi, ma anche le proposte di soluzione, fornendo un quadro della food valley emiliano romagnola che esprime una delle principali eccellenze nel quadro dell’agricoltura mondiale.
Una eccellenza che è emersa in modo particolare nei convegni e nelle tavole rotonde in cui sono stati presentati progetti e strategie sull’agricoltura del futuro, dalla costituzione del maggiore polo italiano del pomodoro, con la presenza del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, al dibattito sulle agromafie con Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla Criminalità nell’Agricoltura e sul Sistema Agroalimentare; dalla tavola rotonda sull’innovazione tecnologica per scoprire il territorio di produzione delle patate, al quale sono intervenuti tra gli altri, l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli e il comandante del Corpo forestale dello Stato, regione Emilia Romagna, Giuseppe Giove, al dibattito sul “Precision Farming”, promosso in collaborazione con il Consorzio Agrario Terrepadane sulla guida satellitare dei trattori. A chi vorrebbe nel futuro dell’agricoltura la massiccia introduzione di organismi geneticamente modificati, ha risposto il convegno che ha presentato un sistema per battere le aflatossine del mais in modo completamente naturale, messo a punto da una collaborazione Consorzi Agrari, Coldiretti, Du Pont Pioneer e Università Cattolica di Piacenza.
Innovazione anche sul fronte zootecnico: è stato presentato il primo formaggio d’asina in un convegno in cui Coldiretti e associazione regionale allevatori hanno dibattuto del ruolo multifunzionale degli allevamenti, sia per le terapie con gli animali, sia soprattutto per il ruolo sociale e di tutela del territorio che gli allevatori svolgono nel mantenere la presenza dell’uomo nelle aree marginali e disagiate. La pera Igp dell’Emilia Romagna è stata la protagonista di un convegno in cui sono state presentate le caratteristiche nutrizionali, ma anche le qualità sul fronte della nutraceutica, scienza che rappresenta sempre più il futuro del cibo, cioè di quegli alimenti in grado di coadiuvare la prevenzione della malattie. Importante novità anche sul fronte della collaborazione con altri settori: agricoltori, albergatori e ristoratori della Riviera romagnola hanno sottoscritto un patto per valorizzare i prodotti enogastronomici del territorio con i turisti e invitarli a scoprire le bellezze e la cultura dell’entroterra. Per la scoperta dell’enogastronomia dell’entroterra sono anche i musei del cibo: ce ne sono 25 in tutta l’Emilia Romagna, di cui 7 Parma. Questi ultimi sono stati raccolti in una collana editoriale, presentata proprio ad Expo, al Padiglione Coldiretti.
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