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da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Mentre i bambini giocano a fare le api, i produttori di Coldiretti spiegano come si degusta il miele e insegnano a leggere l’etichetta per non farsi ingannare da falso miele italiano

Nel 2015 sono tornate a volare le api. Dopo biennio nero il nero del miele, 2013 e soprattutto 2014, nel 2015 è tornata ad una produzione sui livelli medi pre-2013-14, attestandosi in Emilia Romagna sulle 2.700 tonnellate. E’ quanto emerso ad Expo, all’incontro promosso da Coldiretti Emilia Romagna su “La grande dolcezza del miele, l’oro di Einstein” dove, nel padiglione Coldiretti, esperti apicoltori hanno illustrato l’importanza delle api e la qualità del miele, mentre all’esterno del padiglione, i bambini delle scuole primarie in visita all’Expo, si divertivano con “il gioco dell’alveare” immedesimandosi nelle vesti dell’apicoltore.
La frase attribuita ad Einstein sulla fine della vita sulla terra nel giro di quattro anni dalla sparizione delle api, ha fatto le prove generali nel 2014 quando le eccessive piogge estive e i venti primaverili ha ostacolato il volo delle api, dimezzata la produzione di miele e messo a repentaglio la stessa sopravvivenza del settore e dell’intera produzione ortofrutticola, legata ovviamente, all’opera dei preziosi insetti. Basti pensare che il ‘servizio’ di impollinazione reso all’agricoltura, fondamentale per la salvaguardia e tutela della biodiversità, è valutato, su base nazionale, da 3,5 a 3 miliardi di euro.
Considerate, a ragione, le vere sentinelle stato di salute del territorio, le api devono fare i conti sempre più frequentemente con i violenti mutamenti climatici che ne frenano l’opera mettendone a rischio la stessa sopravvivenza e con essa quella di un settore che nella sola Emilia-Romagna conta circa 6000 apicoltori, per un totale di più di 108 mila alveari e una produzione media annuale di 2700 tonnellate di miele.
La stagione 2015, grazie ad una primavera favorevole, è tornata sui livelli medi di produzione, soprattutto per il miele Millefiori, anche se la perdurante siccità ha però inciso sulla produzione delle varietà più ricercate.
L’andamento ‘a singhiozzo’ della produzione italiana negli ultimi anni – rileva Coldiretti Emilia Romagna – ha favorito le importazioni di miele, che a livello nazionale, nel 2014, hanno toccato il livello record di 21,2 milioni di chili (+15% sul 2013), con la conseguenza che due vasi di miele su tre sono d’importazione. Il miele viene importato soprattutto da Ungheria (7,6 milioni di chili), Cina (2,6 milioni) Romania (1,8 mln) e Spagna (1,6 mln).
Con la contrazione della produzione nazionale – denuncia Coldiretti Emilia Romagna – “aumenta il rischio di portare in tavola falsi prodotti ‘made in Italy’”. ad Expo, gli apicoltori di Coldiretti, oltre ad illustrare le particolarità produttive e le specificità delle diverse varietà, hanno posto l’accento sull’aspetto della sicurezza alimentare. Gli stessi produttori hanno ‘insegnato’ ai consumatori come ‘leggere’ l’etichetta d’origine al fine di scegliere un vero miele made in Italy e a km zero.
Per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – conclude la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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