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Ferrara film corto festival

Ferrara film corto festival


“Veniamo da un uovo più piccolo di una testa di spillo, e viviamo su una pietra che gira intorno a una stella nana e che, contro questa stella, prima o poi, si scontrerà. Tuttavia, siamo stati fatti di luce, oltre che di carbonio, ossigeno, merda, morte e altre cose e, in fin dei conti, siamo qui da quando la bellezza dell’universo ha avuto bisogno di essere vista da qualcuno.” (Eduardo Galeano)

Splendide righe ispirano la personale di Andrea Forlani, pittore e regista ferrarese, che si terrà oggi (12 giugno) all’Osteria dal 1997, in occasione della terza edizione di “Via de’ Romei in festa: musica in strada a Ferrara [vedi]. L’inaugurazione si svolgerà dalle 19, e l’allestimento esterno, lungo la storica via che sarà ancora una volta animata, piena di luce e di una vita che pare caratterizzare sempre di più le rinate, creative, poliedriche e operose vie cittadine.
Andrea Forlani aveva già esposto, nel proprio studio-giardino in via Quartieri 7, il 29 maggio, ma solo per poche ore (dalle 18 alle 21.30): l’aveva definita la mostra d’arte più breve della storia, e, “a grande richiesta, per chi non l’aveva saputo, per chi avrebbe voluto esserci ma non ha potuto, per chi avrebbe potuto esserci ma non ha voluto, e per chi non verrà e per chi allegramente ci sarà, si replica”! Eccoci qui, allora, curiosi.

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Andrea Forlani

Andrea, classe 1972, fondatore di Videobiografie [vedi], ama sperimentare, intuire, vivere di passioni e nuove prospettive, incontrando e collaborando con videomaker, pittori, scrittori, musicisti, architetti, ma anche con dentisti, idraulici casalinghe, esperti di pellami, preti, gommisti e babysitter. Tutti hanno idee da portare.
Ciò che l’accompagna sempre è, quindi, la grande passione per l’immagine, in tutte le sue espressioni, che lo porta a osservare la realtà attraverso la lente della telecamera ma soprattutto l’occhio attento del pittore. Nella mostra di via de Romei, fra musica, performance di vario tipo, buon cibo e un calice di vino, saranno esposti alcuni dei suoi quadri, in una sorta di galleria naturale che scorre libera e lascia immaginare. Gli abbiamo chiesto qualche anteprima e gentilmente ci ha spiegato la genesi di alcune delle opere che ci hanno maggiormente colpito e ispirato. Eccone alcune, fra quelle che potrete ammirare il 12 Giugno. Ne ha dipinte 450, in 25 anni. Tante. La selezione è sicuramente ardua.

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Cicatrice

Cicatrice – Quello che pare un fiume in piena che scorre fra case e campi irrigati (a prima vista il quadro mi ricordava molto una delle fotografie di Yann Arthus-Bertrand della terra vista dal cielo) è, in realtà, un’opera intensa che fa parte di una serie chiamata “cicatrici”. Dal 1995, Andrea ha dipinto questa serie, che prende spunto da una cicatrice di 50 punti che ha su una gamba. Non ne ha un numero definito perché, come per le altre ricerche, l’artista continua a produrne, quindi più che un periodo rappresentano qualcosa da dire, non una ripetizione ma un altro pezzo di frase, nuovo.
“Per leggere correttamente quello che faccio”- dice -, “bisognerebbe iniziare a vedermi come un dissociato; infatti quando penso all’immagine del mio cervello, vedo una stanza ellittica con una dozzina di porte a perimetrare e al centro un divano circolare stile bordello francese di Toulouse Lautrec; ogni tanto, qualcuno, o più di uno, esce da queste porte, si siede, parla e…”. Vi lasciamo continuare da soli, liberi di immaginare, di mettervi i vostri pensieri e le vostre parole, come lui vorrebbe.

Magari – Vignetta realizzata dopo i fatti parigini di Charlie Hebdo. Perché questo titolo? “Semplice. Perché l’artista avrebbe preferito che gli attentatori avessero puntato su se stessi l’arma.

My Munch – Fa parte di una serie di tre opere che rileggono tre grandi classici del passato come “La Monnalisa”, “La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso”, di Masaccio e “L’urlo di Munch”, esposte la prima volta in occasione della mostra Generazioni, collettiva generazionale di Artisti dal Dosso Dossi di Ferrara (Zanni, Guidi, Cattani, Camerani); i Collage realizzati per Vinicio Capossela per il divertente album “Canzoni a Manovella” usati nel video Marajà [vedi].

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Collage P
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Collage R
Collage S

L’uovo di Giorgio – Un’enorme astronave bianca che arriva dal cielo, grandissima rispetto alle dimensioni degli uomini, un quadro sognato, null’altro. Quasi un dono con una sorpresa all’interno. A voi, però, immaginare, ancora una volta.

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Magari
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My Munch
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L’uovo di Giorgio

Mondo – Si tratta di un gioco che Andrea ha fatto e sta ancora facendo, che consiste nel chiedere alla gente di disegnare la mappa del mondo e riportare poi i loro disegni all’interno dei suoi lavori informali. Si tratta di circa 400 fogli e foglietti disegnati con mondi fatti da un campione eterogeneo di persone, molto divertente.

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Mondo
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Mondo
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Colorbars

 

Colorbars o barre di colore (di cui all’immagine in copertina) – “Sono il monoscopio – spiega Andrea – ragionato come un microscopio, inizio da dove Mondrian pensava di avere finito.” I colori ci portano lontano, dove vogliamo, dove ci piace andare. Tutto è, insomma, un richiamo divertente, e quasi canzonatorio, all’oggi, un gioco con l’arte contemporanea (come si deduce già dal titolo) che unisce vari periodi e momenti dell’arte oltre che diverse visioni del mondo. Che spesso, magari, non vuole dire nulla, ma che distrae e diverte, almeno per un po’, per una serata leggera.

Una visione che merita un passaggio…

Andrea Forlani si diploma Maestro d’arte nel 1990 all’Istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara. Pittore e videomaker, dal 1992 è attivo nel panorama artistico Italiano. Nel 1995, espone a Palazzo ducale di Genova, partecipa alla Biennale dei giovani artisti (1996), rappresenta l’Italia alla Mostra internazionale di pittura di Veliko Turnovo in Bulgaria (1997), collabora con Vinicio Capossela a grafica e scenografie di “Canzoni a manovella” (1999, menzione speciale agli Mtv Awards Italy).

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it