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di Salvina Bassi

Mentre a Ferrara è stato sanzionato un anziano che pescava da solo in un canale e a Torino la “multa” ha colpito anche un barista che aveva portato il caffè ad alcuni agenti di polizia in servizio, ho visto con rammarico l’incredibile assembramento che si è verificato attorno a Silvia Romano, alla presenza di Conte e di Di Maio.

Ho anche visto che, in barba al pericolo di contagio, c’è stato uno scambio di abbracci (vergogna!) fra la Romano e i suoi parenti, mentre “Giuseppi” e “Giggino” sorridevano compiaciuti. Nessun appartenente alle forze dell’ordine, purtroppo, ha ritenuto di intervenire.

Quando invece un prete ha celebrato una messa di fronte a 14 (quattordici) persone ben distanziate in una grande chiesa, lo Stato ha fatto subito sentire la sua potente ( o prepotente?) presenza.

Come sempre ai personaggi importanti viene riservato un atteggiamento di comprensione e di rispetto, mentre i “poveri cristi” sono considerati “figli di un dio minore”.

Una volta tanto mi trovo d’accordo con Beppe Sala, sindaco di Milano, il quale ha dichiarato :«Siamo nella fase 2 e dobbiamo meritare di rimanerci. Dovremmo essere accorti… E a proposito dell’arrivo di Silvia Romano la regola non è stata rispettata, l’assembramento era impressionante. Non ci sono assembramenti di serie A e di serie B»

Forse aveva ragione Andreotti quando diceva che la legge ad alcuni si applica mentre per altri (gli amici) si “interpreta”.

A che cosa serve chiedere agli Italiani di essere prudenti e di mantenere le distanze, se poi gli esempi che ci vengono serviti in TV dai potenti di turno sono di un segno diametralmente opposto?

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