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“Elogio della democrazia” è il titolo della conferenza filosofica tenuta da Remo Bodei a Ferrara il 29 gennaio 2016, su invito dell’istituto Gramsci. Lo notizia della scomparsa del grande filosofo ha destato profonda emozione. Ricordiamo la sua figura attraverso le parole di Fiorenzo Baratelli, direttore dell’istituto Gramsci e opinionista di Ferraraitalia. E lo facciamo, altresì, riproponendo le immagini integrali del suo lucido intervento di tre anni fa.

“Il post di stamane – ha scritto Baratelli sulla sua pagina Facebook – lo dedico ad una notizia triste: è morto il filosofo Remo Bodei. Lo considero un Maestro di pensiero e di vita. L’ho conosco dagli anni settanta del secolo scorso e ne ho sempre studiato le opere importanti che andava pubblicando. E’ stato ospite di un ciclo di conferenze organizzato dall’Istituto Gramsci e il numeroso pubblico presente alla sua ‘lectio magistralis’ ricorda la lucidità e la profondità della sua lezione dedicata alla democrazia e alla libertà. Studioso di Spinoza, Hegel, Ernst Bloch, cercò sempre di coniugare uno storicismo non giustificazionista con un rigoroso pensiero filosofico. In uno dei suoi testi più belli (“Geometria delle passioni” Feltrinelli) superò la contrapposizione tra ragione e passione, nella piena consapevolezza che l’uomo è un animale desiderante. E riflettendo sul concetto di limite, che per i greci era custodito dagli dei, arrivò a definire la ‘globalizzazione’ il trionfo dell’illimitato. Si laureò alla Normale di Pisa e ne divenne uno dei suoi docenti più famosi. Tenne molti corsi all’estero e insegnò per molti anni a Los Angeles. Remo Bodei ha messo la sua grande cultura al servizio della ricerca e dell’alta divulgazione. Gli siamo grati non solo per i libri che ci lascia in eredità, ma “…per aver abbassato il ponte levatoio di quel castello arroccato e cupo con cui di solito si guarda alla filosofia”. E tra i suoi meriti, va ricordato tra i promotori del Festival della Filosofia di Modena di cui era il direttore scientifico.
Infine, una nota personale. Negli incontri avuti con lui mi ha sempre colpito una caratteristica di levità, gentilezza, eleganza intellettuale, mitezza, serenità e naturale disposizione alla conversazione attenta e appassionata. Proprio in questi mesi ho studiato l’ultima sua fatica: “Dominio e sottomissione. Schiavi, animali, macchine, Intelligenza Artificiale” (Il Mulino). Si tratta di una storia di ‘lunga durata’ che parte da Aristotele (il grande filosofo che giustificava lo schiavismo) fino ai giorni nostri all’insegna della grande rivoluzione dell’Intelligenza artificiale. Bodei ci accompagna in questo lungo viaggio tenendo fermi i termini di ‘Dominio e sottomissione’ come costante di un rapporto di potere fortemente asimmetrico che innerva la storia dell’umanità e che nella civiltà occidentale ha conosciuto numerose metamorfosi. Né catastrofismo, né superficiale ottimismo, ma sempre ‘ottimismo della volontà e pessimismo dell’intelligenza’. Quest’ultimo era un detto coniato da Romain Rolland e ripreso da Gramsci che piaceva molto a Remo Bodei”.

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Redazione di Periscopio



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