Skip to main content

I partiti tradizionali sono in crisi e così la politica che su quel modello si era articolata: ne sono segni evidenti la corruzione, l’immagine di una casta legata a conservazione del potere proprio piuttosto che al bene pubblico, il degrado della democrazia interna. Una larga parte della crisi della politica è opera della politica stessa, che ha accentuato la ricerca del consenso immediato e la difesa di interessi personali, a partire dalla preoccupazione alla propria rielezione.
La crisi della politica ha anche origini nei cambiamenti sociali, nella scomposizione e declino dei gruppi sociali compatti che avevano caratterizzato l’Italia del dopoguerra, nella crisi delle ideologie che sono state a lungo elementi di aggregazione di masse accomunate dalla percezione di un comune destino. Le ideologie, oltre che espressioni di pensieri forti (nel senso di chiusi e divisivi), sono state espressione di blocchi sociali compatti che attorno a esse potevano riconoscersi e alimentare identità altrettanto compatte. La progressiva differenziazione sociale e l’emergere della società degli individui hanno cambiato definitivamente lo scenario, aprendo la possibilità – almeno auspicata – di un confronto più laico e aperto.
Con la crisi della politica e dei partiti che l’hanno interpretata è venuto meno un articolato sistema di rappresentanza – il sistema dei cosiddetti corpi intermedi – così oggi non esiste più una corrispondenza tra gruppi sociali e aree di affiliazione, in sostanza non è più chiaro chi rappresenta chi. I gruppi sociali deboli perdendo i tradizionali canali di rappresentanza, avvertono il venir meno di qualsiasi protezione. Insieme alla protezione viene meno la possibilità di riferimenti identitari. Così, di fronte alla crisi delle ideologie tradizionali (la crisi delle grandi narrazioni, ovvero di visioni del mondo alternative e compatte) riemerge in altre forme l’esigenza di narrazioni che forniscano supporti di senso alla vita quotidiana. Le narrazioni sono sempre importanti in quanto forniscono modelli mentali per interpretare i fatti, aiutano a ricostruire un nesso tra passato e presente, ci permettono di immaginare traiettorie di vita diverse da quelle presenti. Le narrazioni sono, quindi, un costrutto dell’identità, un dispositivo per elaborare criteri di scelta e per ridurre l’incertezza proposta dal mondo intorno a noi.
Le narrazioni a cui la politica fa oggi ampio ricorso – condensate nel pensiero personale del leader –diventano la nuova base dell’appartenenza, ma non sono molto diverse da quelle che condensavano le profonde differenze ideologiche che segnavano la contrapposizione tra cattolici e comunisti negli anni Cinquanta o Sessanta. Le narrazioni odierne restano fortemente divisive, non meno di quanto fossero le ideologie forti, ancorché costruite su fatti e su emozioni più contingenti. Le narrazioni odierne sono l’espressione e lo strumento di battaglie di potere personale giocate su tecniche comunicative piuttosto che su contenuti e programmi. I partiti nella loro semplificata e aggressiva comunicazione quotidiana interpretano la nuova ‘ideologia della narrazione’, offrendo una debole risposta alle frantumazioni identitarie e all’incapacità di elaborare scenari futuri credibili nel lungo periodo. Le forme della comunicazione del magmatico mondo del populismo (termine che uso qui per connotare uno stile prima che aggregazioni politiche) sollecitano appartenenze emozionali piuttosto che adesioni razionali a questa o a quella proposta politica. Ma la democrazia ha bisogno di proposte politiche concrete e di visioni di lungo periodo.

[Mercoledì 4 maggio alle 17,30 alla libreria IBS+Libraccio di Ferrara Maura Franchi e Augusto Schianchi presentano “Democrazia senza” (Diabasis) e discutono con Patrizio Bianchi e Sergio Gessi sulle difficoltà odierne della democrazia]

Maura Franchi vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi presso il Dipartimento di Economia. Studia le scelte di consumo e i mutamenti sociali indotti dalla rete nello spazio pubblico e nella vita quotidiana.
maura.franchi@gmail.com

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Maura Franchi

È laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del Prodotto Tipico. Tra i temi di ricerca: le dinamiche della scelta, i mutamenti socio-culturali correlati alle reti sociali, i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it