ELOGIO DEL PRESENTE
In nome della privacy: Apple, Fbi e la sovranità del consumatore
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La sfida tra Apple e Fbi (con la magistratura americana) propone riflessioni importanti. Ne richiamo alcune volutamente difformi dal cuore esplicito della vicenda: il confronto tra libertà e sicurezza. I fatti in sintesi: l’Fbi sostiene di avere bisogno del codice d’accesso per ricostruire i movimenti della coppia di terroristi di San Bernardino in California e invia un’ordinanza a Apple. Tim Cook – Ceo di Apple – accusa la giustizia americana di sconfinamento. Il dipartimento di giustizia definisce il diniego di Apple una strategia di marketing. I giganti del web si compattano e si compatta anche la politica pure impegnata in un’incandescente battaglia per le presidenziali.
Mentre sulla scena politica in Europa e in America il bisogno di sicurezza sembra porre in secondo piano il tema della libertà, il mercato si fa paladino dei diritti. Che tipo di ribaltamento si è prodotto? Le grandi compagnie del web – Apple, Google, Amazon – sono diventati riferimenti universali per stili di vita e non solo. Google è divenuto sinonimo di accesso all’informazione e di unificazione culturale, Apple ha associato il proprio marchio, ben oltre la quota di mercato, alla nostra perenne interconnessione. Amazon, lanciata come rivenditore di libri online, si è trasformata in un grande magazzino online e grazie ad un efficientissimo sistema di distribuzione e alla possibilità di vendere talvolta articoli a prezzo di costo ha contribuito a migliorare il benessere consentendo a molti l’accesso a beni altrimenti inaccessibili. Tutto ciò tende ad associare alle multinazionali del web un’immagine di libertà e di trasparenza. La rete ci dà la percezione di navigare in un grande mare nostrum, uno spazio di informazione infinito, Google induce fiducia nell’oggettività delle informazioni, mentre i social network suggeriscono l’idea che le opinioni diventino “vere” nel momento in cui superano un certo numero di like. Apple, rifiutando di sbloccare l’IPhone del terrorista, parla ai consumatori rassicurandoli sul rispetto della privacy dei dati. Aprire il sistema – si dice – comprometterebbe la protezione dei dati da tutti i cellulari, inoltre le porte create potrebbero essere usate da altri, magari dai terroristi. L’obiettivo è quello di rassicurare un mercato di un intero pianeta che genera un fatturato di 234 miliardi di dollari nel 2015.
Michael Walzer, illustre studioso di filosofia politica e morale si schiera dalla parte di Apple, considera un pericoloso precedente la richiesta dell’Fbi e chiarisce in sintesi il suo punto di vista: “la Apple non può obbligarmi a comprare un prodotto; lo Stato invece può incarcerarmi.
La riflessione va oltre il tema in oggetto e segnala un ribaltamento nel rapporto tra politica e mercato rispetto alla fiducia dei cittadini/consumatori: le grandi aziende del web hanno rapporti di fiducia con i consumatori che i partiti non hanno con i cittadini. Le tecnologie, connettendo l’intero pianeta, hanno spostato l’accento su nuovi diritti di informazione e hanno cambiato la percezione della cittadinanza e della partecipazione.
Apple sulla protezione della privacy ha stretto un patto di fedeltà con i consumatori. Facebook nel “libretto rosso” (così lo ha definito) che riassume la filosofia dell’azienda e che ogni nuovo dipendente trova sulla scrivania, esprime con accenti messianici una funzione che va ben oltre quella di un’attività commerciale. Parla di missione sociale: rendere il mondo più aperto e connesso, di ricordare che le persone usano Facebook per restare in contatto con coloro che amano e che in questo mondo servono idee semplici e spiriti veloci. Insomma, la mission aziendale si fonda su obiettivi di cambiamento e sulla creazione di condizioni di cittadinanza e di inclusione. Qualcosa di molto simile ad un programma politico. E probabilmente più affascinante!
Maura Franchi vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi presso il Dipartimento di Economia. Studia le scelte di consumo e i mutamenti sociali indotti dalla rete nello spazio pubblico e nella vita quotidiana.
maura.franchi@gmail.com
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Maura Franchi
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