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El Refol, il nome non solo di un ristorante a Garda, ma la sintesi alta di chi è stato sul Lago di Garda alcuni giorni e ha sentito sulla pelle il soffio di un “vento” che ti fa sentire bene, anche se dopo ahimè devi ritornare dove sei nato e hai la residenza… L’itinerario che seguiamo è sulla parte orientale del lago: uscendo dall’entroterra veronese e sbucando a Garda, venendo dalla collina, ci si trova davanti una vista sempre bellissima che, giunti sul lungo lago toglie il fiato. L’intera area è pedonabile e le biciclette, tantissime, le porti a mano, anche solo per un tratto, quasi per un silenzioso rispetto che la visione sul lago ti impone senza che lo richiedano. Ci troviamo in un piccolissimo luogo, incastonato sotto le colline e dentro ad un piccolo golfo, uno dei pochi, e forse tra i più belli, borghi d’Italia. Ecco un breve racconto. Quarantaquattro alberghi, dieci residences, una quarantina di ristoranti, una buona metà si affacciano sul lungo lago, tantissimi fiori e ben curati, nessuna cicca per terra, una pulizia non stop, ti servono con un sorriso, anche se non domestico. Se di sera sei seduto in un localino per la cena, con una piccola candela sul tavolo, uno con la fisarmonica ti canta note conosciute degli anni ottanta. Molta cortesia, si sta bene, si mangia bene e ci sono tante gelaterie, tantissime, diversificati i topping e le varietà. Un porticciolo turistico, barche a vela, motoscafi, battelli di ogni grandezza e sempre pieni, animali acquatici, anche del pescato, persone di ogni età con prevalenza over sessantacinque, moltissimi tra tedeschi, inglesi e qualche italiano. Allontanandosi un po’ verso nord, trovi le Torri di Benaco, Castelletto e Malcesine e qui ti devi fermare perché è ancora più bello: qui la “bellezza” si esprime con stradine strette e ripide, strapiombi sul lago, tantissimi piccoli negozi, il monte Baldo e un lago con mille colori e dove il sole e il vento ti giovano e rinvigoriscono. Se poi vuoi un po’ di storia, non fai fatica nella lettura, perché qui sul lago tutto si incontra, tutto si intravede, tutto è armonia e bellezza. Scendendo nella bassa gardesana, devi proprio passare da Bardolino e da Lazise per sostare almeno un paio di ore a Sirmione, la cittadina di Catullo e di quel giardino di ulivi dove ti sembra di immaginare il paradiso. Là, sopra una spianata, tra le rovine di una mega villa romana del I secolo d.C., ti viene da aprire le braccia e declamare, con un sorriso pieno, alcune strofe, e subito sfocia un sentimento d’amore. Se ti metti a contarli tutti quei piccoli ulivi millenari, arrivi a ben settantasette. Qui, sul lago, tutto si integra e si fonda in un tutt’uno a dispetto delle diversità; non importa se sei bresciano, veronese, trentino o pachistano, un calabrese gentile, alcuni rumeni, sudamericani e molti nordici; quello che vedi e percepisci è che hai visto un pezzo d’Europa, quella che vogliamo e che qui si ritrova, in armonia. Sarà la bellezza, nella sua visione di immagini, la condizione che ti porta a dire che è possibile trovare e ritrovare un “Garda europeo”. Il racconto del viaggio porta a dire che l’Italia, con la sua millenaria storia, i suoi paesaggi, il bello ovunque, la cultura, i borghi, le persone, l’accoglienza, la voglia di futuro e altro ancora, può essere il luogo vincente perché ci sia una nuova Europa e tanti popoli insieme. Non è un sogno, né una utopia, se non ci credete fate un breve viaggio, anche se ci siete stati ancora, perché questo lago abbraccia, anzi di più…

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Enzo Barboni



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