Da: Camera di commercio di Ferrara
Scenari Previsionali:
Dopo un 2019 in terreno negativo (-0,5%), il PIL ferrarese, nel 2020, secondo le stime di Prometeia, dovrebbe segnare un +0,3%.
A condizionare il risultato di quest’anno, soprattutto l’industria (-0,7%) e i servizi (-0,5%). Buone notizie dal settore delle costruzioni, che segna un +0,5%.
Govoni:
“I dati ci confermano la necessità di favorire gli investimenti per rilanciare l’economia e sostenere l’occupazione”, ha detto il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni. “Il tessuto produttivo della provincia – ha proseguito il presidente – appare ancora provato. Nonostante tra aprile e giugno di quest’anno il bilancio anagrafico delle imprese abbia ripreso ad espandersi con un saldo positivo di 115 unità, a fine agosto si contano circa 300 imprese in meno rispetto all’inizio del 2019. In pericolo sono tanti piccoli e piccolissimi imprenditori che rischiano di fallire per crediti non riscossi o perché vedono ridursi il credito dalle banche. Per questi motivi abbiamo avanzato proposte concrete prive di oneri per le casse pubbliche su cinque temi chiave per lo sviluppo: semplificazione, internazionalizzazione, investimenti, credito e lavoro”.
Le Imprese:
Tra aprile e giugno di quest’anno il bilancio anagrafico delle imprese riprende ad espandersi, facendo registrare un saldo positivo, tra iscrizioni e cessazioni, di 115 unità, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2018, così da non riuscire a compensare la perdita del primo trimestre. Diminuiscono lievemente le iscrizioni, e contemporaneamente riprendono ad aumentare le cancellazioni. A fine agosto si contano circa 300 imprese in meno rispetto all’inizio del 2019.
Dall’inizio dell’anno i settori che hanno perso più aziende sono l’agricoltura e il commercio, settori che da soli spiegano il saldo negativo complessivo. Sempre in contrazione anche costruzioni, manifatturiero e trasporti, con riduzioni più contenute. A compensare queste perdite ci provano i servizi, le attività immobiliari, i servizi turistici e quelli di informazione.
In aumento le sedi registrate per imprese gestite da non italiani che preferiscono ancora i settori del commercio e delle costruzioni. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nel semestre il saldo tra iscrizioni e cessazioni delle imprese femminili risulta negativo, lasciando però inalterato il rapporto con il totale, 23 femminili ogni 100 imprese ferraresi.
Anche i giovani aprono nuove imprese, soprattutto nei settori finanziari, assicurativi, alloggio e ristorazione e servizi in generale, con un saldo tra aperture e chiusure positivo, ma la loro numerosità continua a diminuire, rappresentando ora il 7% delle imprese ferraresi, per la perdita dei requisiti delle aziende più anziane.
Agricoltura e pesca:
Tra le attività del settore primario i trend sono diversi: quello della pesca e dell’acquacoltura continua crescere, anche se a ritmo più rallentato, mentre le imprese relative alle coltivazioni e all’allevamento di animali diminuiscono.
In particolare tra le imprese agricole in stretto senso, 4 aziende su 5 che hanno cessato nel 2018 erano nate prima del 2010. Allo stesso tempo tra le 156 nuove imprese dell’anno, solo 35 sono gestite da under 35. Aziende agricole in difficoltà per i cali produttivi generalizzati dovuti all’andamento climatico, ma soprattutto da fattori come la cimice asiatica e funghi che hanno causato un calo consistente di volumi e prodotti di qualità nella frutta.
Manifattura:
Il secondo trimestre si chiude con la produzione ad un -0,9% che conferma il trend negativo dello scorso trimestre, solo in parte rallentato e meno pesante per le imprese con più di 10 dipendenti. Ordinativi in calo soprattutto tra le imprese artigiane e quelle di minor dimensione. La contrazione del fatturato risulta più contenuta rispetto a quanto rilevato complessivamente dalle imprese della regione, per le quale non si registrano variazioni positive neppure per le vendite all’estero.
Il fatturato estero delle imprese ferraresi che esportano è invece in progressivo aumento, anche per le imprese più piccole e le artigiane. Nel 2° trimestre il trend della produzione risulta molto diversificato tra i settori. Recuperano rispetto al primo trimestre i gruppi tessile-abbigliamento-calzature, legno-mobili-carta-editoria e meccanica-mezzi di trasporto, mentre la produzione si riduce per i gruppi alimentari-bevande, macchine-elettriche e industrie-metalli che segnano un forte calo. Rallenta la contrazione della produzione per l’aggregato delle altre-industrie che comprende la chimica e la lavorazione dei minerali non metalliferi.
Per il prossimo trimestre sono previsti segnali positivi solo dagli ordinativi esteri: purtroppo per tutte le altre variabili (ordinativi, fatturato e produzione) è previsto ancora un calo.
Costruzioni:
Mentre lo stock di imprese delle costruzioni continua a calare, gli indicatori congiunturali evidenziano un buon andamento.
Prosegue il recupero del volume d’affari che da 4 trimestri è in crescita, dopo una breve interruzione tra il 2017 e il 2018, accelerando il trend positivo che nel secondo trimestre del 2019, sale a +3,7% (nell’artigianato edile addirittura al +4,0%), in controtendenza con quanto registrato a livello regionale (-0,7% e -1,5% per l’artigianato).
Commercio:
Sempre in calo le imprese del commercio. Per il comparto auto le cessazioni quasi si triplicano. Le iscrizioni rimangono inferiori alle cessazioni e il saldo negativo rimane pesante, peggiorando il risultato del 2018.
Rallenta nel secondo trimestre dell’anno la contrazione delle vendite, con un andamento peggiore per il commercio al dettaglio di prodotti non alimentari. In lieve recupero sono risultate le vendite dei prodotti alimentari. Buon risultato per la grande distribuzione che segna un indicatore positivo dopo diversi mesi negativi. A livello regionale la riduzione risulta esattamente in linea con quella provinciale (-0,9%).
Commercio Estero:
Nel secondo trimestre 2019 i dati mensili delle esportazioni ferraresi confermano il rallentamento rilevato nei primi tre mesi dell’anno, con una variazione tendenziale del -11%, media del periodo caratterizzato da un trend in peggioramento. Il dato finale del trimestre, quasi 585 milioni di euro, riporta ai valori del 2016 e supera di poco solo il valore esportato l’anno successivo agli eventi sismici.
Nel primo semestre Ferrara è l’unica provincia della regione che registra una variazione negativa (-10,6%), riducendo la quota ferrarese sull’export dell’Emilia-Romagna.
Le dinamiche migliori sono rilevate a Bologna e Ravenna.
Anche le importazioni ferraresi risultano in contrazione rispetto al primo semestre del 2018.
Il maggior contributo alla variazione negativa dell’export provinciale (-144 milioni) è stato fornito dal settore dell’automotive, che da solo ha perso, rispetto allo stesso periodo del 2018, 98 milioni di euro, seguito dalla chimica che ha ridotto le proprie esportazioni di quasi 50 milioni. Tra le destinazioni, il calo più consistente si registra per l’export verso gli Stati Uniti (-33,8%), ma anche verso la Germania, primo partner per le vendite ferraresi all’estero, si riduce (-7,7%). Le esportazioni di Ferrara crescono invece verso Regno Unito, Belgio, Polonia, Svizzera, Svezia, Sud Africa e Russia destinazioni che frenano solo in parte la caduta dell’export in Europa.
Protesti, fallimenti e scioglimenti:
Prosegue la contrazione dei protesti, calati in numero e valore, sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia al confronto con il 2016, anno rispetto al quale risultano dimezzati per numero di effetti e diminuiti di oltre un milione per valore.
Nei primi 7 mesi del 2019 il numero dei fallimenti risulta confermato rispetto allo stesso periodo del 2018. Le diminuzioni delle procedure tra le imprese delle costruzioni e del commercio sono compensate dalla crescita nella manifattura e nei servizi.
Tra gennaio e luglio 2019 si registrano 225 scioglimenti e liquidazioni volontarie, 44 in più rispetto allo scorso anno (24,3%). Sebbene l’andamento positivo degli scioglimenti e delle liquidazioni rifletta l’andamento sia regionale che nazionale, i dati di Ferrara mostrano un aumento significativo. Tra i settori si rilevano trend soprattutto in aumento per le procedure che hanno interessato i principali settori (agricoltura, manifatturiero, commercio e turismo). In controtendenza, con valori inferiori al 2018, sono solo le costruzioni, i servizi di informazione e gli altri servizi.
Credito:
A giugno 2019 il valore complessivo dei prestiti concessi rimane invariato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Gli andamenti tra i settori economici registrano cali diffusi, che non riguardano solo le famiglie consumatrici. Anche il credito alle imprese medio-grandi, ha smesso di crescere al confronto con i dati del 2018. In particolare, le imprese più piccole registrano le contrazioni più pesanti.
La differenza con la regione è più evidente solo per quanto riguarda il settore del famiglie, per il quale l’aumento in Emilia-Romagna è più elevato. Per le imprese il trend risulta di ugual segno e dimensione.
Si attesta sul 3% la crescita tendenziale dei DEPOSITI, con la componente delle famiglie che accelera leggermente rispetto al trimestre precedente, mentre quella residuale delle imprese rallenta. L’accelerazione della crescita dei depositi delle famiglie (+2,9%), si registra anche in regione, dove risulta più intensa (+5,1%).
Dopo un lungo periodo contraddistinto da forti riduzioni, la ripresa dei titoli di stato italiani è confermata per il terzo trimestre consecutivo, con variazioni positive in crescita.
Occupazione e lavoro:
Le previsioni elaborate da Prometeia per l’anno in corso sono cautamente ottimistiche.
L’occupazione a Ferrara è stimata in crescita, più veloce rispetto all’intero Paese, ma più lenta al confronto con l’Emilia-Romagna. Il dato ISTAT riferito al 2018, indicava invece una diminuzione del numero degli occupati in provincia (-1,6%).
Allo stesso tempo, sempre sulla base delle informazioni disponibili a luglio, il tasso di disoccupazione per l’anno in corso si dovrebbe ridurre di qualche decimale, con un valore inferiore al 9% e al dato nazionale, ma ancora superiore di tre punti all’indicatore dell’Emilia-Romagna.
Turismo:
Andamento negativo per gli arrivi e le presenze di turisti in provincia, condizionato dai cali consistenti sia di italiani che di stranieri sulla costa, trend giustificato solo in parte dal maltempo che ha caratterizzato l’inizio della stagione balneare. Per quanto riguarda le provenienze sui Lidi di Comacchio, è stato segnalato un aumento degli arrivi dall’Est Europa, che non compensa il calo del restante tradizionale turismo estero.
Buoni sono, invece, i risultati relativi alla città, dove crescono il numero di turisti e la loro permanenza, con solo il numero di arrivi dall’estero in lieve contrazione.
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