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Bertha Cáceres

Bertha Caceres è stata uccisa in Honduras poco più di un mese fa, il 3 marzo 2016. Era un’attivista che si batteva in difesa dell’ambiente opponendosi alla costruzione di una diga. L’anno scorso aveva vinto il premio Goldman “Environmental Prize”: premio assegnato annualmente agli attivisti ambientalisti di ogni continente, lo stesso che nel 2013 aveva vinto un italiano, Rossano Nicolini, maestro elementare ecologista di Capannori che diffonde sul territorio la comunicazione a proposito dell’incenerimento.

Bertha Caceres è stata uccisa a casa sua durante una rapina, almeno così dice la polizia. Coordinava il Consiglio dei popoli indigeni dell’Honduras ed era molto scomoda per le autorità così come molti altri sono stati scomodi in molte parti del mondo. Negli ultimi anni sono stati quasi un migliaio i morti uccisi perché attivisti ambientali. Da dieci anni a questa parte è quasi triplicato il numero di omicidi degli attivisti per l’ambiente: è quanto si legge nell’indagine “Deadly Environment” condotta dall’organizzazione Global Witness e riportata dal Guardian.
Brasile, Perù, Filippine e Thailandia sono i paesi più colpiti, tra quelli che si conoscono, ma forse della situazione di molte altre parti di Africa e Asia non si sa niente. Spesso sono persone comuni, che difendono la loro terra e che si oppongono a sfruttamenti di risorse naturali e inquinamenti ambientali. E gli autori di questi crimini, che spesso fanno comodo anche ai governi e alle grandi aziende, restano impuniti.

Che tristezza: i difensori dell’ecosistema sono spesso sconosciuti, anonimi e pagano nel silenzio con la loro vita. Questo perché i nomi e il numero dei morti assassinati per aver tentato di salvaguardare i propri diritti opponendosi allo sfruttamento industriale del proprio territorio ci suona spesso come un tema lontano e non come una questione che ci tocca da vicino. Ma è davvero così?

Per approfondire:

La notizia dell’omicidio su Il Corriere della Sera

Difendere l’ambiente può costare la vita (Internazionale)

La difesa dell’ambiente: un mestiere pericoloso

Un 2015 di violenze sui giornalisti ambientali

Omicidi ambientali: le cifre di una pulizia etnica

 

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it