Noi la chiamiamo semplicemente plastica, ma a seconda dei casi si tratta di polipropilene, polivinildicloruro, polistirolo, poliuretani, polimetilacriliti, poliacetali, polisolfosi, policarbonato, resine ureiche e epossidiche, e così via. I primi indicati, in genere, sono quelli che compongono le bottiglie di plastica per l’acqua e ne facciamo largo uso.
Dalla loro raccolta si può passare alla selezione e al riciclaggio oppure al recupero energetico. Il riferimento consortile è il Corepla (parte del Conai) che tiene rapporti con i vari impianti di selezione (ce ne sono anche vicini a noi). I Css (Centri di selezione) devono infatti effettuare per conto di Corepla, in impianti idonei, la selezione per polimero/colore dei rifiuti di imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata urbana, ottenendo a valle della lavorazione diverse tipologie di rifiuti selezionati, conformi rispetto alle singole specifiche tecniche.
Sul totale raccolto dal Conai, pari a oltre otto milioni di tonnellate, solo poco più del 7% è plastica, di cui il 66% è a recupero energetico. Semplice deduzione: la plastica è voluminosa e leggera, e dunque costosa da raccogliere, ma ha un alto potere calorifico. Questo spiega perché anche in Emilia Romagna il tasso di riciclaggio della plastica è inferiore al 30%.
Dalle più recente analisi economica svolta da Ispra su un campione rappresentativo a livello nazionale è emerso che il costo medio valutato ammonta a 22,43 eurocentesimi/kg, in corrispondenza di un conferimento pro capite di 17,2 kg/abitante per anno e un costo medio annuo pro capite di 3,85 euro.
Sono imballaggi in plastica e quindi vanno nelle raccolte differenziate le bottiglie di acqua minerale e di bibite, i flaconi dei detersivi, le vaschette di alimenti, i piatti e i bicchieri di plastica, i flaconi, i barattoli di yogurt, le vaschette di gelato in polistirolo, i sacchetti delle patatine e delle merendine (non sono di carta), le shopper. Ma attenzione, non mettete gli utensili di plastica, le posate, le siringhe, le bacinelle, i tubi da irrigazione, i giocattoli, la palla, i cd (vedi sito di Corepla). Telefonate e chiedete al gestore per sapere come comportarvi: non c’è niente di peggio che “inquinare” il materiale pulito con sostanze non riciclabili.
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Andrea Cirelli
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