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Nella gara a chi promette di fare maggiore raccolta differenziata (promette…) credo valga la pena, ogni tanto, mettere la testa fuori dal contesto italiano per capire se questo obiettivo è condiviso e soprattutto perseguito a livello europeo. A questo proposito consiglio la lettura di un recente rapporto presentato dalla Commissione Europea che ridimensiona molto alcune presunzioni di primeggiare.
Prima però una piccola premessa, un elenco di cose da fare forse note, ma che è comunque sempre bene ricordare:

  • introdurre sistemi di raccolta differenziata obbligatoria per alcune frazioni di rifiuti urbani e rendere obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti biologici;
  • introdurre definizioni chiare su cosa si intende per raccolta differenziata nella legislazione nazionale e fare riferimento a standard di riciclaggio e trattamento di alta qualità;
  • definire cosa si intende per standard di alta qualità, standard di trattamento elaborati e applicarle;
  • investire nei sistemi di trattamento meccanico biologico solo in connessione con l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata;
  • riconsiderare la necessità di investire / installazione di impianti di incenerimento per rifiuti urbani non differenziati;
  • chiarire i metodi di calcolo della produzione di rifiuti solidi urbani, rifiuti domestici e il loro riciclo.

La Commissione Europea ha presentato di recente lo studio “Assessment of separate collection schemes in the 28 capitals of the EU” (redatto dal Copenhagen Resource Institute e dal German consultancy-Bipro), che compara le prestazioni in tema di gestione rifiuti e raccolta differenziata nelle capitali europee, individuando le migliori esperienze e i motivi del loro successo. Lo studio analizza il quadro giuridico e l’attuazione pratica dei sistemi di raccolta differenziata per metallo, plastica, vetro, carta e rifiuti organici, valutando sia il contesto nazionale sia i casi specifici delle capitali. Dopo aver elencato una serie di indicatori utilizzati per la valutazione, il rapporto stila la classifica dei cinque migliori risultati tra le capitali europee per la raccolta differenziata (Lubiana, Helsinki, Tallinn, Dublino e Vienna) rilevando anche una serie di elementi comuni identificandoli come probabili fattori di successo.

Sulle politiche di “open access” – accesso libero ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici – per favorire la ricerca e la formazione di politiche fondate sull’informazione si tiene un interessante convegno che si terrà a Ravenna venerdì 20 maggio. L’obiettivo è avere anche nel settore dei rifiuti una visione d’insieme in termini di generazione, standardizzazione, disponibilità e confrontabilità dei dati su larga scala, in modo che le decisioni strategiche riguardanti la conservazione e il miglioramento dei parametri ambientali possano essere valorizzati in ottica di sostenibilità delle politiche generali dell’ambiente.
Per approfondire e partecipare http://www.labelab.it/ravenna2016/events/workshop-g-open-data/

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it