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Ecco biblioteca e archivio, un atto d’amore per il teatro

Articolo pubblicato il 27 Novembre 2013, Scritto da Redazione di Periscopio

Tempo di lettura: 2 minuti


È festa. Festa perché è nata: piccola, ma capace di sorprenderci. E c’è da sorprendersi per il solo fatto che sia nata. In questa temperie, alla fine del 2013, in Italia, a Ferrara, è nata una biblioteca. E per giunta pubblica. C’è di più: una biblioteca-archivio teatrale. Da far svenire non solo ex-ministri dell’economia, ma anche giovani amministratori sparsi per la penisola che all’occorrenza “cultura” associano il solo termine di “produttività” senza invece collegarla a quella galassia concettuale che riveste all’interno di un’unica pellicola “patrimonio”, “cittadinanza”, “saperi condivisi”, “creatività”, “socialità” e anche “benessere” e “redditività”.
A Ferrara dunque, all’interno del teatro Comunale, si aprono una biblioteca e un archivio, fotografico e multimediale, dedicati a quella che è l’arte più effimera, il teatro, un’arte che si consuma nel momento stesso in cui si produce, ma che è capace di mantenere un deposito attivo nell’esistenza di un essere umano perché è di esperienza, e di esperienza umana che si tratta. Una biblioteca di un’arte effimera assume un valore doppio: alla memoria storica, per studio o per diletto (i due termini non sono in contrasto), si accompagna il re-incontro con un’emozione stavolta non più immediata, ma riflessa. Le centinaia di migliaia di scatti fotografici di uno dei grandi maestri della fotografia di scena quale è Marco Caselli Nirmal, che da sempre collabora con il Teatro Comunale di Ferrara, colgono frazioni di vita che va ricostruita e, al tempo stesso, evocano segmenti di emozione. La mediateca conduce nella visione dello spettacolo nella sua integralità e finitezza; l’archivio fa entrare nei meandri dei materiali di scena, quelli conosciuti dal pubblico (i programmi di sala, per esempio) ricomponendo anche le fasi dell’evoluzione del gusto e dell’esperienza estetica così come di quelli al pubblico nascosti, i ferri del mestiere (taccuini, note, appunti).

biblioarchivio teatro
biblioteca teatro Comunale

Il teatro è un atto d’amore e di testardaggine e una biblioteca ha bisogno di amore e testardaggine per nascere. Piene di amore per questo progetto lo sono sempre state le sue animatrici, prima Bruna Grasso, poi Alessandra Taddia e Francesca Castagnoli coadiuvate e sostenute dall’Istituto beni culturali e dalla Regione Emilia-Romagna così come da tutto il personale del Teatro Comunale e dalle dirigenze che si sono succedute negli ultimi dieci anni oltre che dalla fondazione Cassa di risparmio che oltre dieci anni fa credette nel progetto.
E’ festa, a Ferrara è aperta la Biblioteca-Archivio del Teatro Comunale.

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Redazione di Periscopio



Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani