Miracolo sulla Romea. La barca del nostro scontento è sparita, al suo posto c’è una piccola aiuola arata e un muretto di mattoni, lo sfondo di una futura scenografia? Confesso di sperare nel grande nulla proprio come Linus spera nell’avvento del grande cocomero. In ogni caso il “veliero” ha preso il largo, forse la notte, prima di diventare rosa, ha portato consiglio e ha fatto piazza pulita dello squallore di legni scrostati e di vele strappate, quello che si può definire un antidoto per proteggersi dagli effetti del turismo. Alle 10 del mattino di venerdì ai piedi del ponte tra Estensi e Porto Garibaldi c’era un furgoncino parcheggiato nel prato e un operaio operoso impegnato a sistemare la terra dove l’installazione di “malvenuto” era adagiata. Il cadavere era già stato rimosso e la scena del crimine modificata a favore di un piccolo niente molto più gradevole dello squallore elevato a “monumento”. Qualcuno, grazie al cielo, è in ascolto. E allora farebbe bene a sintonizzarsi anche sull’estetica dell’aiuola, l’erba sintetica regina dell’Acciaioli, è un insulto alla natura, se proprio manca la possibilità di irrigare, ci sono sempre ghiaia e piante grasse. Ispide ma sincere. Altro che plastica, i lidi non ne hanno bisogno, non sono un set cinematografico dove la finzione si presta a creare l’inesistente. Eppure la tentazione di farlo è forte. Deve essere il retaggio di ‘Polliywood’, con la differenza che ogni film girato nel Delta ha sempre avuto un regista professionista nelle cui scenografie non esistevano sbavature.
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Monica Forti
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