E’ nata CLARA: la nuova azienda che si occuperà della gestione dei rifiuti in 21 Comuni del ferrarese
Ieri è stata una giornata particolare, un giorno quasi di festa. Ieri sì è dato inizio ad una nuova storia, fatta di vicinanza, apertura, sicurezza, efficienza e rispetto. Aggiungerei anche un altro aggettivo: speranza. Ieri infatti sì è avuta la celebrazione ufficiale, il battezzo per così dire, di una nuova realtà nel campo dell’ambiente e della gestione dei rifiuti, è nata CLARA.
Quando sì parla di ambiente, soprattutto ad una conferenza, il rischio è sempre quello di cadere nella retorica delle parole vane, quelle belle a sentirsi ma che poi non hanno ricadute sul reale. Ma ieri tutto ciò non è successo. Quello che sì è visto invece è stato il futuro che potrebbe diventare presente, un futuro dove, per citare il presidente di Area, Gian Paolo Barbieri, “i rifiuti possono diventare risorse”, risorse che generano economia, un’economia che si riversa in quello che è il ciclo della sostenibilità. Sì perché è proprio a questo che si mira, non una mera nuova azienda che fa del riciclo solo una mission ma che poi nella realtà si perde nella cattiva progettazione. No, e se i romani ci hanno insegnato qualcosa, è che ‘nomen omen’ e cioè il nome è presagio, e il nome di CLARA sta ad indicare trasparenza, di una azienda che sarà pubblica, i cui proprietari sono i 21 comuni della provincia di Ferrara che hanno accettato la sfida lanciata nel 2015.
Un’azienda che vuole essere un ponte tra l’alto e il basso ferrarese, che mira ad un’efficienza che possa portare in pochi anni sia ad una salvaguardia dell’ambiente, sia ad un risparmio ad i cittadini. Cosa che colpisce è anche la maniera nella quale si prende questo impegno, una maniera innovativa, e cioè tramite un “manifesto per la rinascita dei rifiuti” , testo che in 5 punti racchiude le fondamenta di una visione che in sé racchiude il seme di un progetto lungimirante e che si può riassumere nelle parole prese proprio al suo interno, e cioè che dal recupero dei rifiuti, nasce la sfida per una società più giusta e un ambiente più pulito. Fa riflettere come un’azienda scelga queste parole, ed anche durante la cerimonia sono stati pochi i momenti dedicati ai dati, numeri, momenti che nonostante la propria importanza possono apparire sterili a chi non è addentrato nel settore. I relatori invece hanno sapientemente correlato i loro interventi con delle parole che avessero un’immediata ricaduta nel reale ed è per questo che uno sguardo nuovo può essere offerto attraverso chi ha capito che i ‘rifiuti’ non vanno “buttati”, ma vanno fatti “rinascere”. Ma questo, ed è stato sottolineato, non è solo compito di CLARA: un fattore fondamentale nel progetto CLARA è la sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei cittadini, che in tutto ciò giocano un ruolo fondamentale e che grazie all’innovativa tariffa su misura saranno anche ‘premiati’ in base alle loro ‘virtù da riciclo’.
Chi è intervenuto, dai sindaci di Cento e Copparo Fabrizio Toselli e Nicola Rossi, al presidente di Atersir Tiziano Tagliani, passando per Nicoletta Bologna, amministratore unico di CMV Raccolta srl, fino ad arrivare a Paola Gazzolo, assessore alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali, (purtroppo il Ministro Galletti è stato trattenuto a Roma per impegni istituzionali), ha messo la propria faccia, il proprio impegno (soprattutto nel caso dei sindaci dei 21 comuni) in quello che sì è un soggetto nato ieri, ma che viene da un’esperienza già avviata, consolidata e radicata nei territori. La speranza che ci si porta dalla manifestazione di ieri è quella che la sostenibilità sia un gioco di squadra, e che per far sì che un rifiuto diventi risorsa e non un scarto destinato all’inceneritore, bisogna essere tutti coinvolti, dai cittadini alle aziende che se ne occupano, e CLARA sembra aver accettato questo questo onere mettendo in campo tutte le migliori qualità.

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Redazione di Periscopio
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PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)