Due passi nella perla dell’Adriatico
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di Francesca Ambrosecchia
Le mura a strapiombo sul mare sono solo una delle meraviglie di Dubrovnik, un tempo chiamata Ragusa. La città croata presenta contrasti cromatici di notevole impatto: la pietra bianca di cui la città vecchia è costituita risplende sotto la luce del sole, in modo particolare durante l’ora del tramonto e grazie alle luci artificiali durante le ore più buie, i tetti dei palazzi di un rosso aranciato intenso, il blu interrotto da sprazzi di azzurro più chiaro del mare e il verde della vegetazione delle isole vicine.
La simmetria e la linearità sono elemento chiave della struttura urbana, facilmente osservabile durante il giro panoramico delle mura. Lo stradun, la via principale della città vecchia, nome che se pronunciato con l’accento ferrarese fa sorridere, viene intersecato da svariate strade perpendicolari ed altrettante sono le vie ad esso parallele. La rete è fitta e molte vie sono strette e piene di gradini, faticose da percorrere ma senza dubbio caratteristiche.

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Redazione di Periscopio
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani