da: ufficio stampa Festival Internazionale
La storia del viaggio dei migranti dal centro Africa fino alle coste italiane sarà al centro dell’incontro “Il carico umano”, con Federica Cellini alle 15.30 di oggi Venerdì 3 ottobre, intervistata dai giovani di Occhio ai Media prima dell’inaugurazione dell’installazione DRAUNARA in piazzetta S.Anna. DRAUNARA è a Ferrara grazie al supporto della Cooperativa Camelot per il container dell’allestimento: gli operatori della cooperativa, con alcuni rifugiati richiedenti asilo saranno presenti in piazzetta con un banchetto informativo.
Nelle giornate di Sabato 3 e Domenica 4 l’autrice sarà presente alle 11.30 per presentare l’installazione.
Draunara, in siciliano la tempesta di vento che viene dal mare, è un’installazione audio e foto sui migranti di Lampedusa. Ogni giorno sulle coste della piccola isola siciliana si riversano a migliaia uomini assetati, stanchi, impauriti che – disperati – hanno lasciato la loro terra. Arrivano esausti, smarriti dopo giorni in mare sospesi tra la vita e la morte. Ammassati su piccole imbarcazioni di legno, schiacciati l’uno sull’altro, sono oltre 20 mila i migranti che, solo dall’inizio di questo anno, hanno attraversato l’Africa, il deserto e poi il mare rischiando alla roulette che porta in Europa. Gli sbarchi vanno avanti per ore, per giorni, un imponente flusso dorato che stordisce e confonde l’isola. Scendono lentamente: il corpo ancora tremante, l’odore del mare intenso sui vestiti messi a strati uno sull’altro, le coperte termiche appoggiate sulle spalle, le braccia serrate sulle poche cose che si sono portati da casa, tutto quello che hanno: tutto quello che gli è rimasto. Confusi, spesso non sanno neanche dove sono arrivati, si mettono in fila, ognuno con la propria storia. E avanti così, finchè verranno inghiottiti da un centro profughi o scapperanno per il nord Europa… finchè del loro passaggio sull’isola non resterà che la carcassa spiaggiata della loro imbarcazione a sommarsi a quelle già raccolte nel cimitero delle barche dell’isola… fino al prossimo sbarco.
Il lavoro di Federica Cellini è un’installazione basata su due livelli narrativi. Da una parte gli scatti fotografici del giorno dell’arrivo dei migranti sull’isola di Lampedusa. Una serie di ritratti scattati sul posto. Dall’altra, l’atmosfera creata attraverso alcuni suoni sintetizzati che raccontano la storia del viaggio dei migranti dal centro Africa, ai camion roventi lanciati nel deserto, all’arrivo in Libia, dove spesso vengono detenuti mesi, a volte anni, in attesa di raggiungere il “carico umano” sufficiente far partire un’altra barca. E poi il mare, la traversata del Mediterraneo, fino all’arrivo – per chi è sopravvissuto – nella piccola isola di Lampedusa.
L’installazione è allestita in un container buio con dei piccolissimi fori a parete, solo avvicinandosi ai quali è possibile scorgere le immagini retroilluminate e ascoltare l’audio. Come in una sorta di via crucis con differenti fermate che abbinano audio e immagini, e che danno la possibilità ai visitatori di avvicinarsi a questo viaggio. Gli scatti ricordano i vue d’optique: stampe popolari nell’Europa del diciottesimo secolo, poste in un particolare cassone di legno chiamato zogroscopio e offerte alla visione tramite dei fori, a volte dotati di lenti d’ingrandimento. Queste stampe erano spesso illuminate dal retro del cassone e accompagnate da racconti e descrizioni ricche di suggestioni.
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