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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

In Regione l’omaggio al ruolo pubblico delle donne nel 70° del primo voto femminile. Bonaccini: “Sono state protagoniste della costruzione della democrazia e della ricostruzione di questo territorio. Oggi sono chiamate a dare un nuovo contributo per un’Europa diversa e più forte”. Petitti: “In Emilia-Romagna sempre un passo avanti. Continueremo a lavorare per diffondere sempre più la cultura della parità, coinvolgendo gli uomini e i giovani”

Bologna – “Non tenermi il braccio, sennò penseranno che mi hai detto tu come votare”, diceva una donna mentre, insieme al marito, andava per la prima volta al seggio nella primavera del ’46. “Peggio di quello che nel passato hanno saputo fare gli uomini noi di certo non riusciremo mai fare”, chiudeva il suo intervento Angela Guidi Cingolani, prima donna in Italia a parlare in un organismo istituzionale: la Consulta nazionale del 1945.
Atmosfere e ricordi dei giorni, settant’anni fa, in cui le donne si recavano per la prima volta al voto e per la prima volta potevano essere elette. Sono loro e le loro storie, ricordate dalle letture dell’attrice Irene Guadagnini, le protagoniste oggi del convegno “Madri della res publica”, con cui Giunta e Assemblea legislativa regionali hanno voluto rendere omaggio al 70° anniversario del primo voto delle donne italiane e al loro ruolo nella vita pubblica. I lavori sono stati anche l’occasione per un confronto sul tema della parità ad un anno esatto dall’approvazione in Regione della “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” (l.r. 6/2014). Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti, la presidente della commissione regionale Parità e diritti delle persone, Roberta Mori, oltre a Caterina Liotti del Centro di documentazione donna, Eloisa Betti dell’Università di Bologna e, in collegamento dal Senato, la vicepresidente, Valeria Fedeli.

“Oggi, nei giorni della Brexit, queste celebrazioni sono ancor più importanti perché danno il senso della storia di questa parte del mondo che ha saputo voltare pagina dopo la guerra, creare le condizioni per lavorare insieme e costruire fondamentali istituzioni sovranazionali”, ha sottolineato il presidente Bonaccini, nel suo saluto prima di partire per una missione istituzionale a Bruxelles. “Le donne in Emilia-Romagna, a cominciare dalle prime paladine delle voci femminili elette nelle Assemblee rappresentative, sono state protagoniste della costruzione della democrazia italiana e della ricostruzione di questo territorio. Oggi sono chiamate a dare un nuovo contributo che sarà fondamentale per costruire un’Europa diversa, più forte, all’insegna del dialogo e della cooperazione, senza paura né chiusure”.

Nel suo intervento l’assessore Petitti ha ricordato le principali norme che hanno reso concreto “il riconoscimento del ruolo centrale delle donne. Il loro impegno – ha sottolineato- ha determinato il miglioramento della nostra società, attraverso crescita sociale, lavoro e la diffusione del benessere. In Emilia-Romagna siamo sempre riusciti a fare un passo in più e, forti di questa nostra storia, continueremo a investire in progetti per diffondere ancor più la cultura della parità, coinvolgendo in maniera diretta anche gli uomini e, soprattutto, i giovani e la scuola”.

La land art

Il convegno è stato anticipato nei giorni scorsi dalla mostra, dedicata anch’essa alle “Madri della res publica”, curata dal Centro documentazione donna di Modena. Fino alla fine di giugno, i palazzi di 40 Comuni e la sede della provincia di Modena espongono un’immagine con i volti delle prime elette nel proprio territorio, assunte a simbolo di quella radicale innovazione.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA



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