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Da Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e il suo importante patrimonio storico culturale

Tra le tante mission del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, c’è anche la forte volontà di condividere il proprio patrimonio culturale mettendolo a disposizione di tutti ed è proprio in quest’ottica che è stata allestita una mostra tanto particolare quanto preziosa e rara da ammirare.
Grazie alla collaborazione che si è instaurata tra il Consorzio di Bonifica e il Museo di Casa Romei, domenica 6 ottobre alle 16, nella bella cornice di via Savonarola 30, apre ufficialmente la mostra dal titolo “Il fascino della cartografia: il catasto Carafa”, esposizione realizzata su progetto dell’Arch. Barbara Pazi che si potrà ammirare fino al 6 gennaio 2020.
“Sono documenti preziosi, di proprietà del Consorzio che mostrano chiaramente che l’evolversi della geografia estense è strettamente legata alla storia del territorio, nel tempo e nello sviluppo culturale ed economico – spiega il presidente Franco Dalle Vacche – Sono carte uniche e bellissime capaci già nel ‘700 di mostrare un’impressionante precisione nel tracciare spazi, corsi d’acqua, città e con strabiliante minuzia, anche le podesterie e ville estensi. Queste preziose opere consentono di ricostruire l’economia del territorio, le caratteristiche produttive, di studiare il tracciato delle vie di comunicazione d’acqua e di terra ma anche la comparazione delle opere idrauliche presenti nel settecento con quelle attuali”
Il “Catasto Carafa”, costituito da 92 registri, fu realizzato nel 1779 da esperti agrimensori che eseguirono la misurazione e la classificazione dei terreni tassabili dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana veneta. Importante bene archivistico e fantastica documentazione per studi, statistiche e confronti con le realtà consorziali attuale e storiche del territorio ferrarese.
“Fu il cardinale Francesco Carafa, Legato di Ferrara, ad ordinare l’estimazione di tutti i terreni sottoposti alla “Congregazione dei Lavorieri”, antica istituzione che affidava ai proprietari diretti interessati la gestione e il controllo idraulico dei territori del Polesine di Ferrara, del Polesine di San Giorgio e della Transpadana Veneta, posti in gronda ai fiumi Po Grande, Po di Volano, Po di Primaro e Reno – dice Barbara Guzzon del Consorzio di Bonifica – ne derivò un Catasto, che raccoglie i quadri d’unione, detti topografia o corografia, ed i singoli fogli di mappa. La rappresentazione cartografica, geometrico-particellare, è riportata sulla facciata destra del registro ed ogni particella è contrassegnata da un numero che rinvia al possessore descritto sulla facciata sinistra. Ciascuna particella è descritta secondo la qualità di terreno. L’opera di accatastamento prevedeva, infatti, la distinzione delle superfici agrarie in cinque classi e sulla base di questo estimo rurale (dimensioni del possesso fondiario e qualità del terreno) veniva graduato il pagamento della cosiddetta Tassa de Lavorieri per poter eseguire i lavori di sistemazione degli Argini dei corsi d’acqua e l’escavazione degli Scoli”.

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