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da: Area Comunicazione Torri dell’Acqua

“Amate dunque lo straniero, poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto” dice un passaggio del Deuteronomio 5-11 della Bibbia. Un concetto laico contenuto in un testo religioso. Questo dovrebbe tornare alla mente quando si parla delle tragedie di Lampedusa o del mar Mediterraneo. Quando qualcuno perde la vita o tenta di mantenerla ai margini delle nostre terre, involontariamente fa anche qualcosa per noi: viene a ricordarci che i popoli continueranno a muoversi e che le genti continueranno le loro migrazioni, e al contempo viene a rammentarci che abbiamo perduto i principi prioritari della nostra civiltà. Basterebbero i numeri di queste tragedie a farci fermare ben più di un attimo a riflettere se un mondo migliore non sia possibile.
E allora si può solo cercare di dare voce a chi non ne ha più, per informare, fare parlare, leggere, diffondere, testimoniare, tenersi per mano. Come si farà nel multiforme evento di sabato 23 gennaio 2016 alle Torri dell’Acqua di Budrio, ideato da Alessandro Dall’Olio e dal Gruppo 77 di Bologna.

L’evento ha il patrocinio del Comune di Budrio ed è promosso da Comune di Budrio e Fondazione Cocchi.
In questa serata a ingresso libero ci saranno testimonianze, poesia, musica e teatro per ricordare le tragedie dei migranti, e per cercare di capire qualcosa in più di ciò che accade non troppo lontano da noi.
Gli ospiti sono eccellenti: Siid Negash dell’Eritrean Youth Solidarity for National Salvation (che spiegherà perché si è costretti a fuggire quando si vorrebbe invece restare), il giornalista e Console di Malta Enrico Gurioli (illustrerà le dinamiche marittime e le politiche dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo), i poeti del Gruppo 77 che hanno scritto sulle tragedie di Lampedusa e sui migranti (contenuti nell’antologia con la prefazione di Erri De Luca, Rayuela Edizioni), il teatro/danza di Sissj Bassani (Gruppo Nanou di Ravenna), Sara Magnani e Camilla Neri (Laboratorio Danza Teatro di Cesena), l’accompagnamento dal vivo del pianista Fabrizio Sirotti.
Non una relazione su coloro che muoiono affogati tra le onde, ma un altro piccolo gesto per riuscire ad ottenere il possibile perché questo non accada e per capire qualcosa in più sulle ragioni di chi fugge da situazioni che, molto spesso, noi non possiamo nemmeno immaginare.
Lo spettacolo è già stato messo in scena a Granarolo Emilia (per la stagione del TaG-Teatro a Granarolo) e a Villa Savardo di Breganze (Vicenza), e in versione ridotta a Bologna durante il DialogArti 2015, il primo festival orizzontale di arti legate dalla poesia.

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