Divieto agli animali in Gad: l’eccesso di legalità finisce per favorire l’illegalità
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Da Ufficio stampa Paola Peruffo
Città, sicurezza e lotta al degrado. Nel corso degli ultimi mesi mi sono trovata d’accordo con la Giunta di Ferrara su un punto in particolare: se c’è un modo per aiutare il quartiere Gad a uscire dalla difficile situazione di degrado, da micro e macro criminalità diffusa, ciò può avvenire unicamente vivendo appieno quella porzione di città, attraverso il coinvolgimento di tutti.
Bene ha fatto l’Amministrazione a organizzare e incentivare le iniziative più varie all’ombra di Grattacielo e Acquedotto, dal villaggio natalizio, allo street food.
Questo percorso però stride in riferimento agli accadimenti degli ultimi giorni. Le contravvenzioni elevate dalle guardie ecologiche ai proprietari di cani introdotti nelle zone off limits del quartiere rientrano, si badi bene, nella legalità. Ma, paradossalmente, proprio l’eccesso di legalità nel contesto di quest’area problematica, rischia di essere un boomerang in grado di favorire l’illegalità.
Non voglio soffermarmi su aspetti già sottolineati da parecchi cittadini circa l’impressione di voler bacchettare una zona piuttosto che un’altra di città (recentemente mi è capitato di fare più di un sopralluogo nell’area dell’ippodromo comunale, giusto come esempio, e malgrado gli espliciti divieti presenti, parecchi cani scorazzavano liberi, senza guinzaglio nda) il punto è quello di valutare l’opportunità di mantenere questi divieti, in un periodo in cui la legislazione nazionale si muove con sempre maggiore convinzione per consentire l’accesso degli animali da compagnia in luoghi pubblici.
Diventa difficile quindi impadronirsi legalmente del proprio quartiere quando a prevalere sono i divieti. È il caso delle aree di piazza XXIV Maggio, attorno all’Acquedotto, e del camminamento delle mura di IV Novembre, interdette ai cani. Una zona, quest’ultima, che già vede il rischio di chiusura della gelateria Siberiana in riferimento alle nuove norme sul decoro di cui ho già parlato in precedenza. Così facendo si rischia concretamente di sfavorire tantissimi cittadini onesti, “rei” di possedere un animale e di portarlo a scorazzare nelle zone verdi, a vantaggio di chi, negli stessi luoghi, pratica attività illegali come lo spaccio di droga.
Credo sarebbe più saggio punire i proprietari che ancora non assolvono al dovere di raccogliere le deiezioni dei loro animali, ma se ciascuno si comporta secondo le regole di buona convivenza, dovrebbe avere tutto il diritto di vivere liberamente il proprio quartiere.
Interpellerò la Giunta a riguardo, convinta che alla fine a prevalere debba essere il buon senso.
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