Skip to main content

Non essere stato presente all’assegnazione del Premio Stampa assegnato al carissimo Gian Pietro Testa ha rappresentato per me quasi un tradimento. Ma a quell’ora si alzava in volo l’aereo per Dublino con me sopra. Questa assenza tuttavia è l’occasione per ripercorrere le tappe di un’amicizia che sempre più si rinsalda con il passare degli anni e che ormai si confonde nel tempo divenuto storia.
Tra i numerosissimi reparti per mezzo dei quali credo di dar ordine alle mie arruffatissime librerie spuntano sotto il generico titolo ‘opere ferraresi’ i romanzi di Giampi; sopra la testa, accanto all’abbaino, la mattonella in ceramica che rappresenta un severissimo Leonello d’Este e sotto la targa “Premio Stampa 2006 al prof. Gianni Venturi”, premio fortemente voluto dall’allora presidente della stampa ferrarese Giampietro Testa; infine il grande quadro dipinto dall’eclettico amico, che a lungo è stato appeso nel mio studio a Villamarzana, poi a Firenze e ora al Lido degli Estensi.
Un minimo campionario di questa lunga fedeltà non solo alle ineliminabili leggi che governano il concetto della più grande tra le doti umane: l’amicizia, ma a un pensare comune che si traduceva in tante esperienze portate avanti assieme in quella Ferrara che molto spesso poteva o voleva diventare ‘Ferara’.

Che dire poi, quando s’innamora e sposa l’Elettra? Se non fosse cronaca sarebbe romanzo.
Si concretizzano allora molte iniziative che danno rilievo alla presenza in città dello ‘scomodo’ Testa. Le conosciamo tutte perché hanno lasciato un segno nel nebbioso ricordo che di solito è riservato a chi, come ricorda Gian Pietro nel discorso dell’assegnazione del premio, di fronte alla sua incredulità di riceverlo così commenta: “Per cui quando mi ha telefonato Riccardo Forni “ti diamo il premio”, io non lo avrei mai creduto che dei colleghi scegliessero me, soprattutto in una città come Ferrara, che appena uno salta fuori con la testa, gliela tagliano”.
L’operosità dell’amico che, è utile ricordare, è stata voce forte e ferma nell’analisi condotta in prima persona sulle stragi provocate dal terrorismo, che è stato autorevolissimo giornalista di quotidiani nazionali importanti, che ha fondato la scuola di giornalismo e via elencando, si traduceva poi nella calda atmosfera del privato in letture entusiaste tra i due romanzieri, Giampi ed Elettra e il loro critico tra fasci di tuberose e grattatine a Filippo. Il quale si sarebbe indignato, da peloso serio e consapevole, all’indecente sanzione comminata a due suoi corrazziali Maggie e Jolie, multati ciascuno di 100 euro da una – per me sconosciuta – associazione di guardie volontarie, Agri Ambiente, in quanto ‘loro’, le belve, hanno osato calpestare il sacro suolo del prato antistante l’Acquedotto nuovo sul quale s’alzava il minaccioso cartello di ‘Verboten’ ai cani. Utilissimo monito a spacciatori e delinquenti che invadono la zona.

Nel ricordo riaffiora il tempo napoletano quando Giampi assunse la direzione di un giornale e le passeggiate per la meravigliosa città accompagnati da Elettra, o l’ancora più mitica Ostuni, con la loro casa scavata nelle mura, o l’incontro con Paolo Baratella che poi tramite l’amicissimo Testa affrescò la Sacrestia Nuova del Duomo di Ferrara e il fonte battesimale di santa Francesca Romana.
Mentre ragione di stupore , se non di ammirazione, era per me la fede indiscussa alla Spal da lui pronunciata senza l’occlusione alla gola della parlata ferrarese. Tra fiori e piante che adornano le finestre della sua casa, dove esercitava il padre medico che mi curò bambino, sventola orgogliosa la bandiera che sancisce la rimonta della squadra tra vocalizzi e commenti del figlio Enrico, che da Roma segue le vicende della squadra del cuore.
Non si deve essere per forza laudatores temporis acti ma è necessario per salvare il senso dei percorsi e delle scelte umane, etiche, politiche e culturali ritenere necessaria la funzione del ricordo.
Si è premiato Gian Pietro Testa. Questo premio risarcisce dei silenzi e delle nebbie cittadini.
Quando si percorrono assieme le strade accidentate della vita resta sempre qualcosa di non detto o di inespresso. Questo non è accaduto nel nostro rapporto a quattro e perciò, fiero e commosso per il premio all’amico, oso dire a lui come risarcimento alla mia mancata presenza del premio a lui assegnato: “ Forza Spal!”
Ma mi risparmio la gestualità che di solito si accompagna al grido!
Bravo Giampi!

sostieni periscopio

Sostieni periscopio!

tag:

Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it