DIARIO IN PUBBLICO
Ultima settimana al Lido col pensiero al terribile re
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E tra una minaccia di temporale e les adieux di commiato si stanno concludendo le vacanze li/laidesche.
Il bagno Onda blu a stento mi riserva due posti e sotto il caldo africano degusto spaghetti allo scoglio memorabili. Corrono affannati familiari e amici a rendere piacevole la notte africana mentre una brava cantante naturalmente imparentata con i proprietari ci risveglia ricordi con canzoni del tempo che fu. Un ragazzo gentilissimo ci assiste. Scopro che si laureerà a breve a Ravenna in Conservazione e restauro dei beni culturali; Luca, il bagnino invece in Filosofia del linguaggio. E’ senza alcun dubbio il mio bagno e sdraiato sul divanetto oso l’innominabile: fumo mezza sigaretta per accompagnare il limoncello mescolato con la vodka. Insomma cose d’altri tempi poiché ho smesso di fumare più di dieci anni fa.
Non so se il tempo mi concederà altri soggiorni qui al Lido ma questa settimana mi riconcilia con una natura non del tutto distrutta dall’uomo. Ier sera salgo all’ottavo piano da mia cognata: il paesaggio è superbo. Sotto di noi la distesa ininterrotta del verde dei pini e in fondo tra le valli la luna quasi piena che sorgeva inargentata. Poi la dovuta penitenza di un ritorno tra i “tatuati” che ininterrottamente percorrono con prole e mogli, amiche, compagne il viale Carducci reso ahimè! inguardabile dalla follia del caro amico Cervellati, archistar bravissimo che lo ha trasformato in un incubo tra riprese copiate in un momento di cattiva digestione dai giardini del Settecento…
A casa mi aspetta un premio: il concerto dell’amico Riccardo Muti tenuto a Norcia il 4 agosto come lenimento e affetto per la città e il territorio colpiti dal sisma. Si eseguono brani del Macbeth di Verdi in forma di concerto. L’orchestra è quella dei giovani della Cherubini la formazione amatissima dal Maestro. Trascorrono i momenti più conosciuti e amati di questo capolavoro. Una Lady formidabile interpretata da, Vittoria Yeo nella scena del sonnambulismo dove perfino il “Macbetto” invitato a coricarsi non ci fa sorridere. E nella grande aria del “E’ tardi’ cantata dalla divina Callas e anche dall’altrettanto divina Verrett un volto mi appare dai tratti molto meridionali. E’ un ministro che incita il suo collega a compiere il passo fatale: “E’ tardi, è tardi ascendi al trono, accetta di regnar.” E infine Macbeth, Alessio Verna nel grande momento della sua disperazione. Vale la pena di citare il testo. Il terribile re sa che le sue azioni lo renderanno non solo inviso ma indegno ed ecco la sua palinodia:
Macbeth
Pietà, rispetto, amore (onore)
Conforto ai dì cadenti,
non spargeran d’un fiore
La tua canuta età.
Né sul tuo regio sasso
Sperar soavi accenti:
Ah! Sol la bestemmia
Ahi lasso!
Sol la nenia tua sarà!
E chi meglio del ministro del Viminale ora leggermente indagato potrebbe, dovrebbe ricordarsi del destino di Macbeth?
Muti alla fine del concerto ricorda giorni felici trascorsi assieme nella magia e nell’incanto di un luogo speciale a Firenze. E la sua amicizia con Slava Richter che insisteva sul concetto di sorpresa poiché la musica sempre deve sorprendere e l’ancor più incredibile affermazione del sommo pianista che gli rivela che la città per lui più speciale è Norcia.
Tempi memorabili di un passato felice che non potrà ritornare ma che diventa storia e ricordo fino all’immagine indelebile del concerto a ccui ho assistito, forse l’ultimo, tenuto in Italia da Richter a Mantova. Appoggiata al pianoforte un’unica, perfetta rosa bianca.
Arrivederci Lidi. La pioggia finalmente scende e ristora le chiome avvizzite dei pini di casa.
Tutti noi aspettiamo piogge riparatrici.
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Gianni Venturi
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