“Spesso la noia di vivere ho provato. Era il lamento del gabbiano sopra la casa e il degrado del Laido abbandonato”.
Per dare dignità (?) pseudo letteraria alle mie sempre più insofferenti calate marine al Lido/Laido degli Estensi mi affido al Poeta ricordando con estrema nostalgia gli anni felici al Forte dei Marmi quando Eusebio/Montale soggiornava all’“Alpe Mare” e noi si viveva in collina. Unico legame tra le due villeggiature marine là il Bagno Blu di Marina di Pietrasanta, qui l’“Onda Blu” .
Arriviamo stremati, carichi di bagagli e di libri, sollecitamente aiutati dai nostri ‘scudieri’. Mi aspetta il sacrario canoviano di stampe e oggetti trasferiti da Firenze e da Bassano del Grappa a cui aggiungo il poster dell’ultima conferenza tenuta assieme all’amico carissimo Andrea Emiliani per la presentazione del suo fondamentale volume Opere d’arte prese in Italia nel corso della Campagna napoleonica 1796-1814 e riprese da Antonio Canova nel 1815 (Carta Bianca, 2018). Un altro pezzo importante della mia vita che se ne è andato con la scomparsa dell’amico e Maestro.
Lento pede mi dirigo al bagno costeggiando i ruderi di un hotel un tempo glorioso, ‘La conca del Lido’; sul muro perimetrale a caratteri colossali s’inneggia all’organo femminile “W la f…” che campeggia orgogliosamente come se fossimo in qualsiasi periferia degradata dell’Italia di oggi. Buche nella strada sconnessa ti accompagnano fino al supermercato che si sa ormai rappresenta il luogo per eccellenza degli ‘itagliani’. Incuranti e sprezzanti delle esigenze del turismo a luglio avanzato si decide di rifare marciapiedi e strade e di rinnovare la rete idrica; così l’ultimo tratto della nostra via risulta ancora impercorribile per lavori e dall’alto il gabbiano detta il ritmo del lavoro con urla scomposte e, come direbbero i pronipoti che debbono percorrere la strada per arrivare al paradiso dei giornalini, grandina cacca sui passanti. Di conseguenza corro a comprare un telo per proteggere la macchina che installato alle ore 13 alle 17 è già stato rubato. La gelida poliziotta a cui telefono mi dice, incisiva, che è assolutamente proibito coprire le macchine sul suolo pubblico ma solo su quello privato; tuttavia, al massimo, ci avrebbero fatto la multa, ma rubare il telone, no! Quello no. Tremante ringrazio e mi propongo di dare lavoro ai lava macchine che puliranno il prodotto escrementizio dei gabbiani.
Sui viali in attesa dello smantellamento della ‘folie’ inventata anni fa da una celebre archistar bolognese è tutto un fiorire di cartelli: ‘vendesi’, ‘affittasi’. La notte, un lugubre silenzio sovrasta il centro nemmeno più interrotto da qualche spettacolino da ‘café chantant’ e allora il cuore si scioglie e mi ritrovo a rimpiangere il Lido d’antan. Le serate al cinema o a sentire qualche cantante famoso, quasi fossimo in un romanzo di Bassani. Alla storia non si può sfuggire specie se si era un giovane intellettualino allevato in Toscana ma sempre con le radici saldamente ancorata alla città dalle cento meraviglie. Molti mi rimproverano e mi domandano “ ma perché ci vai”? E non regge la scusa evidente di evitare l’afa della città, per un’afa altrettanto potente del mare. Al bagno, imbarazzatissimi, mi dicono che è proibito recarsi in bicicletta fino all’ultima fila di ombrelloni, un percorso di circa 4/500 metri, perciò mi si offre un ombrellone appena fuori lo stabilimento dove il mare s’intravvede in lontananza: Faute de mieux, in mancanza di meglio, accetto la situazione addolcita dall’idea che l’anno prossimo si attrezzeranno con carretti semoventi per la gioia dei diversamente giovani. Il mio amico, il bagnino Luca, laureando in filosofia del linguaggio, capitano, mi pare, della squadra di hockey, mi sorride tra l’arruffìo della barba bionda, pronto a segnare l’ultimo libro che sto leggendo. Mi offro di prestarglielo, ma lui sorride e mi confessa che i libri li vuole avere. Bravoooooo!
Siamo circondati da campi di Beach Volley dove ragazzetti decenni giocano tra una imprecazione e talvolta una bestemmia amorosamente accuditi da parenti e amici.
Sorge allora la nostalgia delle vacanze montane Mi sveglio la mattina con l’odore penetrante dei tigli che mi ricorda tempi felici e mestamente ritorno al presente e l’addio all’amatissima Sterzing- Vipiteno. Qui per undici giorni si svolge l’Orfeo Music Festival 2019, la manifestazione che porta a Vipiteno straordinari musicisti, direttori d’orchestra, cantanti, virtuosi di strumenti, quattro direttamente dal Bolshoi, che insegnano a selezionati giovani. Poi- meraviglie delle meraviglie- due volte al giorno un concerto gratuito nella sala del Municipio e dopo quello del pomeriggio, il ritorno in hotel sul calessino trainato dai miei ragazzi-cavalli, Poldo e Paghira.
Così si consumano i ritorni mentre sulla spiaggia infuocata risuona mestamente la domanda: “ma il sindaco di Comacchio che fa?”
Silentium.
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Gianni Venturi
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