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Un tempo maledetto mi/ci strappa amicizie feconde e insostituibili, che hanno ritmato la nostra vita. Il senso del ricordo diventa allora la chiave di volta per capire la realtà esistenziale, ma non solo.

Uso consapevolmente il termine ‘ritmo’ perché, come ci ha insegnato Proust [Qui], lo scadenziario dei ricordi modella ciò che siamo o chi vorremmo essere.

Elettra Testi [Qui] l’insostituibile amica ci ha lasciati silenziosamente, potrei dire con discrezione. E a lei dedicherò, a breve, un saggio che cercherà di interpretarne vita e opera.

Alla sua scomparsa si aggiunge il trapasso di un altro insostituibile amico: Adalberto Ciaccia, in famiglia ‘Adal’, con la consonante elle gorgogliante alla ferrarese. Personaggio straordinario non solo per l’importanza scientifica del suo lavoro ma perché, nella mia famiglia, considerato alla stregua di un fratello.

Giovanissimo, giocava a tennis al Circolo della Marfisa con mio cognato Vanni; poi prese un posto fondamentale nella nostra vita. Assieme, quando ci conoscemmo, si commentava non solo la qualità medica del bellissimo Centro pneumologico di Tresigallo, ma con spirito di curiosità si cominciò ad allargare i nostri comuni orizzonti.

Nella mia attrazione per tutto ciò che aveva a che fare con le cure mediche regolarmente lo interpellavo per qualsiasi piccolo disturbo pensassi mi avrebbe distrutto la vita; lui rideva e mi confortava. Ma quando c’era da curare seriamente era insostituibile.

Con il suo matrimonio il circolo degli affetti si allargò ai figli, ai nipoti. E per Michele e sua sorella Isabella siamo ancora ’zio’ e ‘zia’. Si aggiunse l’incontro e la conoscenza con Manù, Manuela degli Uberti, compagna musicale di mio cognato Romano Guzzinati, sempre in giro per festival e concerti.

Quando mi era possibile, ne facevo il resoconto ad Adal con tutte le punture ironiche insite nel suo spirito burlone. E che festa il giorno che laureò un carissimo allievo, che altro non è che nostro nipote Ippolito Guzzinati, che con tanto impegno ne prosegue la strada.

Ciao Adal! Il nostro ricordo ci inciterà alla vita anzi a una buona vita.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

Se vuoi leggere e firmare la petizione popolare SAVE THE PARK che ha già superato le 23.500 adesioni [firma qui la petizione]

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it