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Al voto, al voto!
Partiamo mogliema e io a un’ora sobria, ma già il flusso per strada è notevole, composto da molte signore che con sorriso invitante esprimono soddisfazione per avere compiuto il loro dovere e concludono con strizzatina d’occhi recitando il doveroso “mi raccomando!”.

Al seggio una lunga fila dimostra senza equivoci la partecipazione numerosissima. Ci perdiamo a salutare gli amici accompagnati dai loro pelosi ordinatamente in attesa nell’atrio e, dopo esser stato doverosamente fiutato poiché mi porto dietro ovviamente i deliziosi odori della Lilla, mi avvicino alla porta del seggio. Una voce squillante precisa che i maschietti possono votare assai rapidamente perché in minoranza. Sguardi increduli e il giovane presidente del seggio spiega che le votazioni avvengono ben distinte: maschi da una parte, femmine dall’altra. Nemmeno al tempo delle suffragette!
Entro immediatamente accolto dal calore dei tre giovani, ovviamente maschi, che regolano il voto ‘maschile’, mentre quello ‘femminile’ è regolato dalle ragazze. Scambi affettuosi e, fatto il mio dovere, esco in fiduciosa attesa della mia metà. Ma scoppia il putiferio. Una signora su di giri rifiuta l’invisa sanzione e urla che non voterà poiché si sta compiendo una discriminazione ‘razziale’ e in parte è vero: se nessuno mette in dubbio il gender, non vedo perché il voto non debba essere espletato secondo l’antica prassi che permette a chi arriva, uomo o donna, abbia il suo posto cronologico d’arrivo. Qualcuno suggerisce anche per equità una lista transgender. Mah!

Ristorato nei giorni scorsi da avvenimenti straordinari: la presentazione al Meis del fondamentale volume curato da Anna Dolfi, ‘Intellettuali e scrittori ebrei. Il dovere della testimonianza’, la visita alla mostra sugli ‘Stati d’animo. Da Previati a Boccioni’ al Palazzo dei Diamanti – bellissima – senza trascurare il risultato del derby Spallll (alla ‘fraresa’ pronunciata con gorgia) contro Bologna. Frattanto mi accingo a considerare quale sarà il comportamento dopo i risultati del voto.
Certo da parte mia (nostra) è un voto ‘de paura’, pensando cosa succederà se gli ‘itagliani’ voteranno i partiti avversi e come diceva Camilleri non nemici. Non mi assoggetterò alle ore estenuanti degli exit poll, anche se so già da ora che non manterrò il proponimento. Comunque ho già capito che nella sera della rivelazione non potrò contare sulla consolazione di un film meraviglioso come ‘Fantasia’ di Walt Disney, visto per la prima volta nel 1948 e rivisto in tv ieri sera, che mi spalancò le porte all’amore della musica cosiddetta classica. Perciò mi accontenterò di sfogliare, per trovarne ispirazione, i due volumi su Ferrara con le foto di Paolo Monti e il libro fotografico in cantiere su Giorgio Bassani.
Nonostante i proponimenti mi sento inquieto e penso all’infamia perpetrata da coloro che hanno appiccicato alle porte di oneste persone l’orrido manifesto che li indica come ‘antifascisti’. Ma il fascismo non era vietato dalla Costituzione?

Mi affretto a spedire questo breve commento poiché deve testimoniare l’attesa con la paura e la speranza, augurandomi che nonostante tutto pur con i dovuti tappamenti di naso non si affidi il paese a chi democraticamente e moralmente deve rimanere solo un avversario politico, ma a mio avviso destinati a non reggerlo.

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it

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