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Diario in pubblico /
Che succede a Frara?

 

Negli incubi notturni mi riappare l’immagine di una donna che si faceva largo dietro Bruno Vespa alla prima della Scala: terribile! Con sorriso sadico ammiccava alle telecamere vestita come una marziana, mostrando per colmo di autoesaltazione gambe da vecchia.

Mi sveglio di soprassalto e ricordo che è tutto ‘vero’. Ma quale vero? Quello costruito dai media nell’universo parallelo? Quello che in realtà crea la nostra esistenza? Si va alla Scala per ascoltare Boris Godunov o per esercitare l’impellente bisogno di esserci?

A riprova di ciò che è e come si fa cultura leggo non capacitandomi a ciò che veniva prospettato nella classifica del Sole 24 ore [Qui] che a Ferrara la cultura langue. Anzi scende nei parametri tanto da essere all’ultimo posto in Emilia-Romagna.*

Leggo  sulla cronaca di Ferrara del Qn Il Resto del Carlino del 13 dicembre 2022 a p. 3 “Cultura. Il territorio sembra perdere terreno anche su quella che per vocazione dovrebbe essere la sua forza propulsiva: la cultura. Infatti, nella posizione della cultura, Ferrara sprofonda al numero quarantacinque.”

Non va dimenticato poi che nella classifica generale Ferrara occupa il cinquantunesimo posto. Certo va tenuto conto degli ‘indicatori’ che regolano il giudizio e che tengono conto non solo della città ma dell’intera provincia. Ma che nell’indicatore “cultura e tempo libero” si sia raggiunta solo il quarantacinquesimo posto non è certo confortante.

Da cosa dipenderà? Sappiamo che il sottosegretario alla cultura e presidente di Ferrara arte si adopera a restituire la centralità di Palazzo dei Diamanti attraverso la programmazione di mostre. Che il programma del teatro Abbado è di primaria importanza. Che le associazioni culturali svolgono un lavoro encomiabile e che la Biblioteca Ariostea registra fino ai primi mesi del 2023 il pieno della sala Agnelli.

Della volubilità del pubblico, di ogni pubblico in ogni città, abbiamo riscontri oggettivi; eppure, si dovrebbe tentare una spiegazione meno superficiale e la prima, la più evidente, è che si risolve in un affaire politico. La maggioranza odierna rimprovera la dittatura culturale della sinistra in 50 anni di amministrazione, e da sinistra si sottolineano le ultime imprese, secondo loro sbagliate, tra cui il concerto al parco Bassani di Springsteen.

Ovviamente le voci meno allineate sia da una parte che dall’altra vengono definite, come massimo di rimbrotto, radical chic! E che, nonostante il mio ritiro dalla politica culturale attiva, sia da molti – se non da tutti – definito con questo termine è per me motivo d’orgoglio.

Un grande amico quale è Fiorenzo Baratelli, già presidente dell’Istituto Gramsci, che ora impavidamente continua a tenere sui media una rubrica di altissima qualità, mi esorta a ragione che la cultura si fa sui libri e solo dai libri otteniamo risposte degne.

È evidente che una specie di stanchezza sia calata sulla città; ma la radice di questa stanchezza dove si trova? Nei cittadini? Nelle istituzioni? Oppure è connessa alla forma stessa della cultura? Un problema certo non di poco conto. E Ferrara ne prova gli effetti anche nelle sue più ingenue manifestazioni, a cominciare dal diradamento dei crocchi degli umarel che commentavano i fatti del giorno in piazza.

Il tempo e solo quello potrà dare ragione di svolte, apparentemente incomprensibili, ma che si situano nel concetto di evoluzione/involuzione di ogni forma di espressione, prima fra tutte quella della cultura.

*N.d.A.: Nella discussione sul contenuto di questo diario una persona competente m’informa sulle modalità con cui vengono elaborati i modelli a cui si conforma l’indagine del Sole 24 0re e mi comunica inoltre che:
L’amministrazione di destra s’insediò a giugno 2019. In quell’anno come Ranking Generale Ferrara era 64esima passando poi al 34esimo posto nel 2020 e scendendo al 45esimo nel 2021.
Per quel che riguarda invece l’indice CULTURA E TEMPO LIBERO andrebbero esaminati anche i sottoindici che lo compongono perché ci sono i ristoranti, i bar, lo sport per i bimbi, ecc. ecc.
Di alcuni sottoindici relativi alla “cultura” Ferrara nel 2022 è: 17esima per indice di lettura, 37esima per patrimonio museale e 14esima per offerta culturale
e che Ferrara era: 72esima nel 2015 e 78esima nel 2016.

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

 Cover: Ferrara – Labirinto verde di Palazzo Costabili

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Gianni Venturi

Gianni Venturi è ordinario a riposo di Letteratura italiana all’Università di Firenze, presidente dell’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova e co-curatore del Centro Studi Bassaniani di Ferrara. Ha insegnato per decenni Dante alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. E’ specialista di letteratura rinascimentale, neoclassica e novecentesca. S’interessa soprattutto dei rapporti tra letteratura e arti figurative e della letteratura dei giardini e del paesaggio.


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)