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Department Lectures, nuovo appuntamento mercoledì con “Per una nuova definizione di classico: il caso Decameron”

Articolo pubblicato il 31 Marzo 2014, Scritto da UNIVERSITA’ DI FERRARA

Tempo di lettura: 2 minuti


da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nuovo appuntamento mercoledì 2 aprile alle ore 14.30 nell’Aula Drigo del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara, (via Paradiso, 12), con la nuova edizione del ciclo di lezioni-conferenze Department Lectures, iniziative culturali aperte alla cittadinanza che – come afferma Matteo Galli, Direttore del Dipartimento… “sono tenute da nostri studiosi e studiosi ospiti ed intendono documentare la molteplicità e la ricchezza delle attività che organizziamo”.
Relatore dell’appuntamento sarà Amedeo Quondam dell’Università di Roma, che interverrà sul tema “Per una nuova definizione di classico: il caso Decameron”.
“In occasione del settimo centenario dalla nascita di Boccaccio (16 giugno 1313) – spiega Cristina Montagnani, Professore Ordinario del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife e referente per questa conferenza – è stata pubblicata nella collana BUR una nuova edizione del suo Decameron, curata da Amedeo Quondam, con la collaborazione di Maurizio Fiorilla e Giancarlo Alfano. A Quondam si devono Introduzione, note e l’appendice finale ‘Le cose (e le parole) del mondo’, una guida alla lettura dell’opera attraverso l’esame dei vocaboli chiave del Decameron; Fiorilla ha curato il testo e Alfano ha steso le introduzioni alle novelle, strumenti che la rendono un testo utile per gli studenti, soprattutto universitari, ma anche un punto di riferimento per i colleghi studiosi. L’edizione è nata in collaborazione con l’Associazione degli Italianisti Italiani, nell’ambito di un ampio progetto di rifacimento dei classici. Il lungo commento, le introduzioni alle novelle e le schede con cui si guida il lettore tra i tanti personaggi, sono così strumenti indispensabili per raggiungere l’obiettivo che i tre studiosi si sono posti: creare un format di traducibilità di cento testi diversi”.
“Nel commento, per una scelta precisa – conclude Cristina Montagnani – si sono trascurate le fonti e i rimandi intertestuali, e si è invece assegnato un ruolo di primo piano alla grande macchina narrativa costruita da Boccaccio, che sceglie temi, figure, storie e gli conferisce un corpo testuale, quasi volesse formulare «una teoria del racconto». Nel corso delle cento novelle Boccaccio ci mostra un campionario di storie scelte, organizzate ma soprattutto raccontate, per dimostrarci forse che l’importante non è la storia in sé, ma come viene raccontata”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani