Dematerializzazione buoni per l’acquisto di prodotti senza glutine
Da: Ufficio stampa Lega Nord Emilia-Romagna
Marco Pettazzoni (LN): «La regione utilizzi le tessere sanitarie per caricare i buoni dematerializzati, come chiediamo da tempo e come anche la Val d’Aosta farà dal 1° maggio 2017»
La celiachia è passata dall’essere considerata come una malattia ‘rara’ ad essere classificata come una malattia cronica, con tutto quanto ne consegue, dopo la definizione dei nuovi Lea a livello nazionale. Tuttavia, la vita dei soggetti celiaci nel Paese continua a essere complessa. «Da tempo – sottolinea il consigliere regionale della Lega Nord, Marco Pettazzoni – chiediamo che i buoni per l’acquisto di prodotti senza glutine, che oggi sono cartacei ed implicano un costo, vengano dematerializzati e caricati sulla tessera sanitaria. Tuttavia, non siamo stati ascoltati dalla Giunta regionale.» Il costo per la stampa (e consegna) dei buoni potrebbe essere risparmiato e permetterebbe di parificare i contributi erogati a uomini e donne, mentre oggi quelli per la parte femminile della popolazione sono minori. Senza contare che i buoni possono essere spesi soltanto per l’intera cifra del loro importo e non sono frazionabili. «Limiti – sottolinea Pettazzoni – che potrebbero essere facilmente aggirabili attraverso l’utilizzo della tessera per fare acquisti di prodotti glutin free. Con evidenti benefici per gli utenti, ed una gestione facilitata, più immediata e pratica dei buoni. In diverse regioni, la nostra proposta viene già attuata, non ultima la Valle d’Aosta, dove sarà possibile ricaricare i buoni dematerializzati sulla tessera sanitaria, a partire dal 1° maggio 2017.» Insomma, all’appello manca ancora l’Emilia-Romagna e per questo motivo il consigliere Marco Pettazzoni ha indirizzato all’Assessore alla Sanità, Sergio Venturi, un’interrogazione. «Per chiedere alla Giunta – dice Pettazzoni – se anche la nostra Regione abbia intenzione di adeguarsi, oppure come intenda procedere.»

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)