Dei “venditori di morte”, delle “merde”, e della legalizzazione della cannabis
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da: Ilaria Baraldi e Leonardo Fiorentini, Consiglieri Comunali
Prendiamo atto come l’appello a “abbassare i toni” lanciato nei giorni scorsi dal sig. Nicola Lodi non sia stato raccolto dal sig. Naomo Lodi. Il quale peraltro non si capisce bene con chi se la prenda quando parla di “venditori di morte”: con le decine di migliaia di Tabaccai che vendono sigarette (circa 70.000 morti l’anno correlati all’uso di tabacco in Italia), con le centinaia di migliaia di esercizi pubblici che vendono alcolici (circa 30.000 morti l’anno correlati all’uso dell’alcol in Italia) o a chi sostiene la legalizzazione della cannabis (0 morti nel mondo correlati all’uso di marijuana). Per quanto poi riguarda gli epiteti a noi rivolti, consigliamo agli amici dei signori Lodi (Nicola e Naomo) di aiutarli ad evitarsi guai: questa volta se la prendono con due consiglieri molto pazienti e che soprattutto credono in un sistema penale minimo. Ma in caso di reiterazione potrebbero cambiare idea, come del resto ha cambiato idea la Lega, che nella legislatura 1996/2001 aveva firmato con Maroni la proposta Corleone per la legalizzazione della cannabis.
Per quanto riguarda invece il consigliere Spath, ci spiace dire che difficilmente ha potuto fermare qualcosa perché assente – peraltro giustificato – al momento della discussione del nostro Ordine del Giorno su UNGASS 2016 in Consiglio comunale. Invitiamo poi lo Spath medico a rileggersi la letteratura scientifica, anche recente, sugli effetti della cannabis e confrontarla con quella degli effetti dell’alcol o del tabacco. E poi, almeno per provare ad uscire un poco dalla sua bolla di ipocrisia, da politico cominciare a raccogliere firme per la proibizione di questi ultimi. Noi infatti crediamo che, nonostante il fatto che l’abuso della cannabis – in particolare in età adolescenziale – possa provocare danni (che non sono però i buchi nel cervello di serpelloniana memoria richiamati da Spath), proprio la sua legalizzazione, ovvero la sua regolamentazione legale, possa aiutare la prevenzione e l’educazione come dimostrano i fatti e gli studi.
Perché a differenza di quanto vuol metterci in bocca il consigliere di Fratelli d’Italia, va ribadito con forza che la liberalizzazione è di fatto quella che abbiamo oggi, ed è una tale evidenza che la Direzione Nazionale Antimafia nella sua relazione 2015 ha avuto “il dovere di evidenziare a chi di dovere, che, oggettivamente, e nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva”.
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